Ex boss Felice Maniero, la vita in incognito a Brescia e l'arresto per maltrattamenti

Una parabola che l’ha riportato dietro le sbarre, stavolta nel carcere di Bergamo, reparto protetti

Felice Maniero

Felice Maniero

Brescia, 20 ottobre 2019La nuova vita dell’ex boss della Mala del Brenta Felice Maniero, dal 2010 uomo libero dopo un passato criminale leggendario dentro e fuori dal carcere, è iniziata e finita a Brescia. Una parabola che l’ha riportato dietro le sbarre, stavolta nel carcere di Bergamo, reparto protetti, non per omicidi, rapine e sequestri con cui "faccia d’angelo" per un ventennio aveva seminato il panico nel nord est. Maniero, 65 anni, è stato arrestato per reati tristemente in voga nei nuclei familiari, ovvero maltrattamenti e lesioni nei confronti della compagna. La donna con cui sta dal 1994, che gli ha dato una figlia, oggi diciottenne, e che con lui ha condiviso tutto.

La latitanza, la vita da bandito, da pentito e collaboratore di giustizia, la vita da imprenditore che poi è finito gambe all’aria. Venerdì “Felicetto” è stato prelevato dalla polizia dalla casa di Brescia, a poca distanza da Mompiano, dove viveva con la famiglia sotto falso nome, L.M., e portato in cella in ottemperanza al “codice rosso” che dalla scorsa estate dà una corsia preferenziale ai casi con vittime di reati domestici. Il pm Lorena Ghibaudo gli contesta una decina di episodi, schiaffi, pugni, insulti, minacce ("Sei una cerebrolesa", "Non sai fare un c...o", "Se non torni con le ricevute dei pagamenti fatti ti brucio tutte le borse e ti butto via tutti i vestiti") dall’ottobre 2016 fino al 30 luglio 2019, quando la compagna di “Faccia d’angelo“ è stata allontanata dall’abitazione che condivideva con lui e la figlia.

A scatenare la rabbia, questioni economiche e incombenze di lavoro che l’ex boss aveva affidato alla 47enne ma che pare fossero sempre inevase. "E dire che le ho fatto fare vita da nababba, sono molto deluso" ha riferito al suo avvocato Luca Broli ieri in carcere, negando le violenze ma ammettendo che l’unione era conflittuale e da tempo non funzionava più. Tutto è saltato fuori perché la signora lo scorso 21 maggio si era recata in ospedale in preda a un forte malessere e a una cefalea insistente. Durante i colloqui con i medici ha riferito di vivere una situazione domestica da anni "insostenibile", caratterizzata da botte e umiliazioni. Risultato: il trasferimento a fine luglio in una struttura protetta. Ascoltata di recente dagli inquirenti, la donna ha confermato le accuse e Maniero è tornato dietro le sbarre.

Gravato da problemi economici, con affitti arretrati che non paga da mesi, l’uomo diventato leggenda per le evasioni, i colpi milionari, il grilletto facile, il successo con le donne e i giri in Bentley e in Ferrari, lavorava da anni come consulente “green” nel settore della depurazione dell’acqua dalla plastica. Solo lo scorso luglio aveva pubblicato un video su Youtube in cui compariva con nome e cognome e annunciava l’avvio di una start up con la missione di combattere l’inquinamento. Un business che aveva già cavalcato con la società Aniaquae, che vendeva box depurativi a enti pubblici e Comuni di mezza Italia e per un periodo aveva avuto sede a Roncadelle, poi fallita nel 2016.

«Il mio passato lo porterò nella tomba, lo so. Ma ho reciso legami con tutto e tutti, da più di 20 anni ho preso le distanze e oggi vivo solo per mia figlia - si è sfogato “Faccia d’angelo“ in lacrime - Non posso stare in carcere, chi la proteggerà ora?». Il suo pensiero va alle persone a cui aveva insegnato a uccidere prima di “pentirsi”, che ha fatto finire in cella e che potrebbero a breve tornare in libertà e vendicarsi.