Ex Selca, respinto ricorso della curatela fallimentare

Sono i responsabili diretti della messa in sicurezza delle acque sotterranee

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Respinto il ricorso della curatela fallimentale dell’ex acciaieria Selca: per il Tar di Brescia, deve occuparsi della messa in sicurezza delle acque sotterranee per evitare la diffusione della contaminazione a valle e verso l’Oglio. Il Tribunale amministrativo ha così confermato la bontà dell’ordinanza comunale, emanata prima della decisione del Consiglio di Stato (2017), secondo cui, invece, la curatela non può essere ritenuta responsabile di misure strutturali o emergenziali di intervento. Oggetto del contendere riguarda una porzione dell’esteso sito industriale dismesso (280mila mq sita in località Forno Allione), dove, dopo il fallimento della Selca Spa, sono rimasti depositati enormi cumuli di rifiuti, su cui il Comune è intervenuto nel 2016 per la messa in sicurezza, in via sostitutiva vista la minaccia ambientale che rappresentavano.

Le analisi di Arpa Brescia nel 2014 avevano infatti evidenziato il superamento in falda delle Csc dei fluoruri, riconducibili proprio ai cumuli di rifiuti dell’area ex Selca. L’ultima campagna condotta da Arpa a giugno 2018 conferma la gravità della situazione. Rispetto al monitoraggio di dicembre 2017 (a cui si fa riferimento nella sentenza del Tar), si confermano i valori elevati di fluoruri, superiori alle Csc nei campioni prelevati da 3 piezometri (5, 15 e 22), con un significativo incremento verso valle di valori rilevabili in corrispondenza del piezometro 5, segno che l’inquinamento sta progredendo. Come nelle precedenti campagne, Arpa Brescia ha riscontrato valori di concentrazione significativi anche nei campioni prelevati dai piezometri a Sud, in corrispondenza dei piazzali esterni dove sono stati depositati i cumuli di rifiuti, confermando le criticità già evidenziate in passato: per questo, l’Agenzia aveva chiesto di proseguire il monitoraggio quantitativo e qualitativo con regolare frequenza.

Arpa ha anche riscontrato la presenza di arsenico, ferro, manganese ed Ipa, ma in piezometri non riconducibili in maniera certa alla Selca. Di fatto la sentenza del Tar dovrebbe smuovere qualcosa nella procedura di intervento. Il Tribunale ha sottolineato che la responsabilità della curatela visto che, pur avendo la disponibilità dell’area dal 2010, non ha rimosso i rifiuti. Federica Pacella