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BEATRICE RASPA
Cronaca

Evasione fiscale e riciclaggio, scatta l’operazione bis: 24 arresti

Blitz della Finanza: 104 gli indagati, una ventina i bresciani, e 126 società sotto la lente

Il blitz delle fiamme gialle
Il blitz delle fiamme gialle

Brescia, 20 gennaio 2020 - Evasione continua e prolifera grazie a nuovi, sofisticati trucchetti. Dopo “Evasione continua” uno, l’operazione che lo scorso febbraio aveva fatto finire in manette per associazione finalizzata alla frode fiscale, all’evasione e al riciclaggio 22 persone e sotto indagine 80 (tra cui un monsignore), Finanza e Procura hanno scritto il secondo capitolo della medesima inchiesta. Stavolta le misure cautelari eseguite sono 26 (8 in carcere, 16 ai domiciliari, 2 interdittive), 104 gli indagati (una ventina i bresciani) e 126 le società – di cui molte cartiere – sparpagliate tra Brescia, Bergamo, Milano, Monza, Torino, Pavia, Alessandria, Parma, Genova, Firenze, Roma, Latina, Pesaro, Salerno, Trapani e Bari, 26 le posizioni che rispondono del reato associativo.

I numeri del “laboratorio di ingegneria fiscale”, così lo ha definito il comandante delle Fiamme gialle di Brescia, colonnello Marco Tolla, sono da capogiro: fatture false emesse per 268 milioni di euro, abbattimento dei debiti Iva per 47 milioni, Ires evasa per 58 milioni, 21 milioni di crediti fittizi ceduti - ora sotto sequestro - e compensati da imprenditori desiderosi di fare i furbi con le tasse. Presunta cabina di regia, uno studio contabile di Sirmione gestito dalla coppia Fabio Nevio Cherin e Giovanna Ferlinghetti, con la figlia della signora, Luisa Franzoni. I tre sono finiti in cella con Claudio Bonera, Enrico Marzolla, Raffaele Maffettone e il commercialista Mauro Rigamonti. Ai domiciliari Massimo Battezzi (ritenuto a capo di numerose cartiere), Giorgio Indrio, Lucia Falova, Giovanni Belfiore, Ettore Trepiccione, Cristian Cicerani, Raffaella Moioli, Michele Ruocco, Giacomo e Filippo Di Virgilio, Cristian Grandi, Cleto Berardi, Luciano Galli, Alessandro Faustini, Damiano Mussio, e Antonino D’Amore, oltre agli imprenditori colpiti da interdittiva Roberto Ezio Lollio e Marco Valori. Alla base della frode, ha chiarito la pm Claudia Passalacqua, "ancora la fornitura dei pacchetti di crediti falsi, asseverati da professionisti compiacenti, a una parte di imprenditoria marcia che li compensava con i propri debiti". Montagne di crediti generati da false fatture emesse anche all’estero da società intitolate a prestanome, che giocavano pure con i crediti per progetti di ricerca. "I promotori sono i consulenti fiscali che sfruttavano vari meccanismi: dall’accollo fiscale alle cessioni di rami d’azienda, alle fusioni societarie" ha detto il procuratore Francesco Prete".