Brescia, estorsione con metodo mafioso: 2 arresti e 20 indagati

Dentro la pizzeria riconducibile a uno degli indagati, sono stati trovati fucili a canne mozze e pistole a tamburo

Volanti (Archivio)

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Brescia, 26 settembre 2018 - Dopo tre anni di indagini dirette dalla Direzione distrettuale antimafia, la polizia di Brescia ha notificato un avviso di conclusione indagini a carico di venti persone responsabili, a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso, incendio, traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione, riciclaggio e altro. In particolare, dentro una pizzeria riconducibile a uno degli indagati, sono stati trovati due fucili a canne mozze e due pistole a tamburo, e il proprietario della pizzeria e un suo dipendente sono stati arrestati. L'attività investigativa è stata condotta dalla Squadra mobile e ha preso avvio dopo il duplice omicidio, dell'agosto 2015, dei titolari della Pizzeria Da Frank.

Dagli iniziali sospetti di coinvolgimento nell'omicidio, poi risultati infondati, a carico di un gruppo di soggetti di origine campana, che nei giorni precedenti il fatto avevano chiesto alla vittima il pagamento di una somma di 15.000 euro per liberare il piazzale antistante da alcuni spacciatori, le intercettazioni telefoniche hanno invece permesso di capire che il gruppo dei campani, avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal rapporto con alcuni soggetti di origine calabrese, era dedito alla ricettazione di beni e allo spaccio di stupefacenti. A riprova dei metodi mafiosi utilizzati, le indagini hanno permesso anche di individuare il mandante di due incendi avvenuti ad aprile e marzo 2017 per indurre i proprietari delle vetture a cedere alcuni locali