Brescia, boom di epidemie e incubo Covid: "Tanti i casi fra i bimbi delle scuole"

Il pediatra Marcello Berardi: "Le famiglie non segnalano i figli con febbre per timore di quarantene"

Il pediatra bresciano Marcello Berardi

Il pediatra bresciano Marcello Berardi

Brescia - Epidemie di laringo-tracheiti e raffreddori tra i bambini delle scuole bresciane, come e forse più che nel periodo pre-Covid. "Il problema che non siamo ancora tornati a una situazione pre-Covid, visto che lo stato di emergenza durerà almeno fino al 31 dicembre". A ricordarlo è Marcello Berardi, pediatra di libera scelta a Prevalle, coordinatore aziendale per la provincia di Brescia del sindacato Simpef. Seppure l’abbassamento delle temperature sia stato registrato solo da un paio di settimane, i pediatri assistono a un vero boom di chiamate e visite per infezioni delle vie aeree non-Covid tra i più piccoli, soprattutto nidi e scuole dell’infanzia.

"Direi che siamo in pieno delirio, ma non c’entra il freddo. Mentre fino alla scorsa primavera c’era una grande attenzione da parte dei genitori e delle scuole nel lasciare a casa i bambini con raffreddore e tosse, registriamo un clima più rilassato. I genitori ci dicono che in molti casi le classi, che fino pochi mesi fa erano state divise in modo da avere gruppi più piccoli, sono state riaccorpate. C’è stato un crollo dell’attenzione: a scuola ci sono bambini con raffreddore, o febbre. Le famiglie, forse, hanno timore a segnalare questi sintomi, per paura di dover fare tamponi e quarantene. Fatto sta che tra i più piccoli c’è poco Covid ma abbiamo altre epidemie".

Eppure il decreto ministeriale vincola al rispetto delle misure adottate in stato di emergenza sanitaria. "Lo scorso anno i virus para-influenzali, di questo periodo, non hanno circolato – ricorda Berardi – e ciò dimostra che se si mantiene il distanziamento, i contagi si riducono al minimo. Nel 2020 non abbiamo quasi avuto casi di influenza. Quest’anno non sarà così. Se guardo alla mia esperienza, lo scorso anno, in questo periodo, ricevevo poche chiamate fatte soprattutto per paura di Covid. Oggi sono alle 20 chiamate al giorno, con una decina di casi acuti". Per ora tra i minori il virus di Covid circola poco e i contagi avvengono per lo più in famiglia. "Stiamo spiegando i vantaggi di vaccinare contro Covid i bambini sopra i 12 anni, ma quando chiediamo ai genitori se loro sono immunizzati, molti ci rispondono di no: non sa quante giovani coppie non sono vaccinate". Altro tema i rientri dall’estero, soprattutto da Paesi non comunitari. "Molti non segnalano ad Ats di essere rientrati, salvo poi presentarsi dal medico con sintomi Covid contratti all’estero. Il problema è che siamo solo ad ottobre: siamo preoccupati per ciò che succederà con l’arrivo dell’influenza". Vista la situazione, anche per quest’anno sarà raccomandata la vaccinazione antinfluenzale ai bambini.