Energia e gas, bollette per 3 miliardi nel 2022

A tanto ammonterà la spesa per le aziende bresciane, secondo la proiezione fatta dal 38esimo osservatorio di Scenari&Tendenze

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Circa 3 miliardi di euro, il doppio del 2021 e il 400% in più del 2019. A tanto ammonterà la bolletta di gas e energia elettrica per le aziende bresciane, secondo la proiezione fatta per il 2022 nell’ambito del 38esimo osservatorio di Scenari&Tendenze. "La stima potrebbe essere al ribasso – sottolinea Davide Fedreghini, dell’Ufficio studi dell’associazione degli industriali bresciana – perché non tiene conto della nuova fiammata dei prezzi del gas. Per quest’ultimo, in particolare, è previsto un aumento annuo del 581% rispetto al 2019, per l’energia elettrica del 368%". Se la produttività non sembra risentire del conflitto in Ucraina, l’aumento importante delle materie prime (+93%) ha però eroso la marginalità. "Ora vediamo un calo dei prezzi – analizza Achille Fornasini, di Università degli studi di Brescia – legato ad una rarefazione della domanda, ma anche ad un indebolimento della crescita globale, preoccupante in Europa. A settembre potremo fare un punto della situazione: se ci sarà la ripartenza, sarà meno violenta di quella del 2021". Secondo il presidente di Camera di Commercio Roberto Saccone, dopo Covid, le imprese sembrano aver comunque essere più orientate alla diversificazione nelle fonti di approvvigionamento, con una tendenza ad accorciare le filiere. Pesa, però, il ruolo delle sanzioni alla Russia. "Stiamo assistendo alla quarta fiammata del prezzo del gas, +75% nelle ultime 3 settimane – fa il punto Fornasini -. Preoccupa ciò che accadrà in autunno. Di sicuro, le sanzioni contro la Russia le sta pagando l’Europa. Il rublo, ad esempio, oggi è la valuta più forte a livello globale, ha avuto un recupero del 160% dal minimo. Sembra una partita a scacchi tra chi conosce bene le sue carte e un gruppo di disperati che non sa cosa fare rispetto a mosse già preordinate". Ulteriore incognita è l’inflazione. "Oltre all’instabilità politica di molti Paesi, tra cui gli Stati Uniti – sottolinea Andrea Beretta Zanoni, Università degli Studi di Verona – è sotto gli occhi di tutti la variabile dell’inflazione. Le Banche centrali sono costrette ad interventi sui tassi che saranno più veloci e aggressivi di quanto si auspicasse. Come nel 2007, ci troviamo di nuovo nella situazione in cui le banche devono rientrare rapidamente, dopo una politica monetaria espansiva. Allora, questo fu uno dei fattori che portò alla crisi globale del 2008".

Federica Pacella