Messa in tenuta da ciclista, Don Fabio Corazzina fa penitenza: preghiera e digiuno

Rimproverato dal vescovo per la Messa “disinvolta“ il sacerdote chiude la vicenda con una riconciliazione

Don Fabio, celebrazione a Mazara durante un viaggio in bici nei luoghi colpiti dalla mafia

Don Fabio, celebrazione a Mazara durante un viaggio in bici nei luoghi colpiti dalla mafia

Brescia -  Una preghiera per la riconciliazione, digiuno e offerte, condivisi con i compagni di viaggio di Percorri la Pace e Acli. Così don Fabio Corazzina ha scelto di chiudere la vicenda nata dalla reprimenda del vescovo, monsignor Pierantonio Tremolada, che in una lettera pubblica gli aveva chiesto di fare ammenda per la Messa troppo “disinvolta“ di Mazara del Vallo. Don Fabio, impegnato in Sicilia in un viaggio in bici nei luoghi colpiti dalla mafia, l’11 settembre aveva celebrato la Messa in tuta da ciclista con stola arcobaleno, modificando alcune formule e preghiere. A sua difesa si erano levate tantissime voci, unanimi nel dire che ciò che conta è la sostanza e che l’episodio andava contestualizzato. Il parroco di Fiumicello ha scelto di restare in silenzio, chiedendo solo che non si creassero tifoserie. A fronte delle polemiche, che comunque ci sono state (c’è chi ha auspicato addirittura la scomunica), monsignor Tremolada giovedì mattina aveva confermato la sua stima verso don Fabio. Nella serata di venerdì, sempre tramite il profilo social, è arrivato il messaggio di don Corazzina, all’insegna della riconciliazione.

Citando papa Francesco, ha ricordato che "la stessa parola riconciliazione è praticamente sinonimo di Chiesa. Il termine, infatti, significa “fare di nuovo un concilio“. La Chiesa è la casa dove conciliarsi nuovamente, dove riunirsi per ripartire e crescere insieme. È il luogo dove si smette di pensarsi come individui per riconoscersi fratelli guardandosi negli occhi, accogliendo le storie e la cultura dell’altro, lasciando che la mistica dell’insieme, tanto gradita allo Spirito Santo, favorisca la guarigione della memoria ferita. Questa è la via: non decidere per gli altri, non incasellare tutti all’interno di schemi prestabiliti, ma mettersi davanti al Crocifisso e davanti al fratello per imparare a camminare insieme".

Quindi la conclusione: "Questa è la mia casa, questa è la nostra casa". Mercoledì alle 18,30, nella chiesa di Santa Maria Nascente, si terrà la preghiera per la riconciliazione e la pace. Come atto di penitenza, sarà rispettato il digiuno. E saranno raccolte offerte per progetti educativi dell’oratorio di Fiumicello e per l’Albero delle storie di Scampia.