A giudizio don Angelo Blanchetti: "Violentò un bambino di 14 anni"

La vittima, abusata per 18 mesi: mi diceva, se parli andrai all’inferno

Il sacerdote fu arrestato il 14 giugno 2016

Il sacerdote fu arrestato il 14 giugno 2016

Darfo Boario (Brescia), 14 ottobre 2017 - Rinviato a giudizio per gli abusi sessuali che avrebbe commesso per quasi due anni su un ragazzino quattordicenne di origine straniera che con lui stava seguendo un percorso per arrivare preparato al battesimo.

Si aprirà il prossimo 11 gennaio il processo nei confronti di don Angelo Blanchetti, l’ex parroco di Corna di Darfo, in Valcamonica, arrestato nel giugno di un anno fa dopo che il ragazzino ha deciso di confidare il segreto a un sacerdote milanese. Quest’ultimo lo ha convinto poi a raccontare tutto al sostituto procuratore di Brescia Ambrogio Cassiani, che ha chiesto e ottenuto l’arresto di don Blanchetti finito ai domiciliari. Sarebbe stata la Curia, almeno a quanto emerge da ambienti vicino alla Procura, a chiedere all’avvocato dell’ex parroco di non avanzare richiesta di riti alternativi al classico dibattimento. «Scegliere il rito abbreviato sarebbe una sorta di ammissione di colpa» avrebbero fatto sapere dalla Curia. Così da gennaio l’ex parroco di Corna di Darfo sarà in aula per un processo con il rito ordinario. «Non ho commesso il reato di cui sono stato accusato» ha ribadito ai magistrati il prete. Ora dovrà cercare di convincere anche un giudice. La vicenda era emersa nell’estate dell’anno scorso quando il ragazzino, dopo quasi due anni di abusi, subìti tra il gennaio 2015 e il maggio 2016, si era confidato con un sacerdote milanese.

Il ragazzino  aveva raccontato della attenzioni del parroco di Darfo e degli abusi che avvenivano nella cucina dell’appartamento che don Bianchetti aveva a disposizione nella parrocchia di Corna di Darfo. «Se racconti a qualcuno quello che successe finirai all’inferno» la minaccia fatta dal sacerdote al quattordicenne per garantirsi il suo silenzio. Il ragazzino aveva raccontato particolari relativi all’abitazione del sacerdote che avevano ottenuto riscontro positivo nel corso della perquisizione domiciliare effettuata dai carabinieri. Il ragazzino aveva parlato ad esempio di oli lubrificanti usati dal don che effettivamente erano stati poi ritrovati nella casa. Il sacerdote, dopo un primo periodo ai domiciliari, era stato sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora, che poi gli era stato revocato dopo che il religioso si era allontanato per alcuni acquisti. Subito dopo l’arresto del parroco un’altra persona aveva raccontato di essere stata abusata dal sacerdote molti anni prima (per questa vicenda la magistratura non potrà procedere perché dopo oltre 26 anni il reato è prescritto) quando don Blanchetti era viceparroco ad Artogne sempre in Valle Camonica.