Docenti contro il Green pass "Discriminatorio e illegittimo"

Brescia, salgono a dodici i professori universitari che hanno sottoscritto l’appello . Il dg di Ats Sileo: "Una misura che incentiva fortemente i non vaccinati"

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di Federica Pacella

Si amplia la platea dei docenti universitari bresciani che hanno sottoscritto l’appello "contro la natura discriminatoria del Green pass", firmato anche da volti del mondo accademico noti al grande pubblico, come Alessandro Barbero. I numeri dei sottoscrittori sono bassi rispetto al totale dei docenti universitari bresciani, ma si nota una costante crescita. Dai 2 della scorsa settimana (Nicola Adami, ricercatore in Telecomunicazioni ed il professor Marco Dalai) si è passati a 12 (numero aggiornato a ieri pomeriggio), di cui 6 di UniBs e 6 del conservatorio Marenzio.

Le motivazioni dell’appello? "Sono scritte nel testo", è stata la risposta pressoché unanime dei docenti interpellati. Non tutti sono necessariamente contro il vaccino, tanto che nell’appello è specificato che "molti tra noi hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid-19, convinti della sua sicurezza ed efficacia. Tutti noi, però, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione (art. 32) e con quanto stabilito dal Regolamento UE 9532021, che chiarisce che “è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate“ per diversi motivi o che hanno scelto di non essere vaccinate". Obbligatorio dall’1 settembre per accedere all’università, secondo i firmatari il Green pass estende "l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico". Per i sottoscrittori, "quella del pass è una misura straordinaria, peraltro dai contorni applicativi tutt’altro che chiari, che, come tale, comporta rischi evidenti, soprattutto se dovesse essere prorogata oltre il 31 dicembre, facendo affiorare alla mente altri precedenti storici che mai avremmo voluto ripercorrere". Quindi la richiesta: "Venga abolita e rifiutata ogni forma di discriminazione". Un tema che diventa nuovamente attuale visto che è ormai certo che il Green pass sarà obbligatorio anche nel mondo del lavoro.

Sulla pagina Facebook del Comicost, il sedicente Comitato in difesa delle libertà costituzionali (che ha radici tra Brescia e Bergamo) sono già arrivate le prime richieste di lavoratori che chiedono come potersi difendere dall’obbligo. La risposta alle polemiche contro il Green pass è arrivata ieri pomeriggio, seppur indirettamente, dal direttore generale di Ats Brescia, Claudio Sileo, presente (con sindaco e presidente di Camera di Commercio) alla chiusura dell’hub vaccinale alla Fiera di Brescia, gestito da Asst Spedali Civili di Brescia (500mila vaccinazioni da aprile a ieri, l’ultimo è stato un 12enne). "Oggi abbiamo qualche decina di nuovi positivi al giorno con 50 ricoverati al Civile, di cui 7 in terapia intensiva – ha ricordato Sileo – ma solo qualche mese fa eravamo a 1200 positivi al giorno, con oltre 800 ricoverati per Covid e centinaia di morti. Se oggi siamo in questa condizione non è per caso, per un cambio di stagione o perché il virus è mutato, ma solo grazie alla vaccinazione. In questo hub si sono salvate vite umane. Abbiamo superato quella tragedia perché sono state adottate misure di documentata e provata efficacia". Sull’obbligo del Green pass: "Una misura di forte incentivazione alla vaccinazione per chi ancora non avesse provveduto". Da lunedì anche al Civile di Brescia si partirà con la terza dose per i fragili, chiamati direttamente in reparto. "Con la fiera non si chiudono le vaccinazioni – ha ricordato il dg di Asst Massimo Lombardo – che prosegue negli altri centri sul territorio".