Il progetto per il depuratore del Garda è criticato dai Comuni del Chiese
Brescia, 1 luglio 2020 - Sindaci del Chiese pronti a dare battaglia in tribunale per fermare il progetto del collettamento e depuratore del Garda, che prevede lo scarico nel Chiese. L’azione legale potrebbe scattare se il ministero dell’Ambiente non terrà in considerazione i rilievi fatti dai tecnici di Algebra ed Ecosanitas, nominati rispettivamente da Montichiari e Gavardo, e di quelli dei comitati ambientalisti Marco Pietropoli, Filippo Grumi, Christian Grazioli e Stefano Guarisco. I dossier (disponibili sul sito del Comune di Gavardo) concordano nell’indicare l’ampliamento di Peschiera come soluzione migliore rispetto alla realizzazione degli impianti di depurazione a Gavardo e Montichiari.
"Il fatto che tre gruppi di tecnici indipendenti – sottolinea Grumi – siano arrivati alle stesse conclusioni dà certezza di come sia sbagliato questo progetto". C’è il timore che, a causa delle caratteristiche del Chiese, l’impianto di Gavardo possa portare a un incremento di 20 tonnellate annue di azoto in falda in una zona che Regione Lombardia classifica ‘totalmente vulnerabile’ per la presenza dei nitrati. Inoltre, la soluzione proposta da Acque Bresciane necessita di una stazione di pompaggio per portare i reflui da Salò a Gavardo che porterebbe a produrre 3mila tonnellate di Co2 (+30% rispetto allo scenario unico di Peschiera) e un costo di oltre 3 milioni all’anno. L’auspicio è che il Ministero faccia un passo indietro sull’opera. In caso contrario, l’Ato potrebbe avviare la procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto di Gavardo e Montichiari. "Siamo pronti a tutto – sottolinea Marco Togni, sindaco di Montichiari – penso che dovremo iniziare a definire le caratteristiche di un buon avvocato".