Delitto Fantoni, la mamma di Francesca: "Quella sera chiamai il killer ma non mi rispose"

In aula il ricordo commovente della donna

Francesca “Kekka“ Fantoni

Francesca “Kekka“ Fantoni

Brescia, 26 marzo - Commozione ieri in Assise, dove è in corso il processo ad Andrea Pavarini. Come chiesto dalla famiglia di Francesca Fantoni, assistita dall’avvocato Alberto Scapaticci, la madre e la sorella della vittima hanno deposto con l’imputato in aula, stretto tra il suo difensore Ennio Buffoli e la Penitenziaria. Mamma Milena ha ricordato con un groppo in gola la primogenita Kekka, con un ritardo mentale. "Buonissima e affettuosa, voleva affetto da tutti". Il 25 gennaio 2020 la vide uscire alle 14. E non tornare più. "Di solito mi torturava di telefonate per dirmi i suoi spostamenti, invece alle 21 non l’avevo ancora sentita. All’una mi sono decisa a chiamarla, telefono staccato". Dalle amiche la signora seppe che l’ultimo ad aver visto Kekka era stato Pavarini. I due andavano verso il parco. "Non sapevo chi fosse. Mi sono fatta dare il suo numero, l’ho chiamato più volte ma non mi ha mai risposto".

Nemmeno la sorella Elisa lo conosceva, ma un pomeriggio dell’aprile 2019 se l’era trovato a casa: "Ho sentito mia sorella urlare dal garage ‘vai via’. Sull’uscio c’era quest’uomo che asseriva di essere il suo fidanzato, che voleva un figlio da lei. Francesca ha sempre negato una storia. Si è calato i pantaloni e mi ha chiesto di fare sesso sul tavolo e sul divano". Padre di un bimbo, una compagna che lo scarrozzava in auto perché "non era mai riuscito a superare l’esame per la patente" e a cui impediva di avere il telefono per "gelosia", Pavarini molestava le donne. "Quella sera dovevamo portare il bambino all’ospedale per le coliche ma alle 19,30 ci siamo fermati in piazza, lui doveva cambiare dei soldi al bar – ha raccontato la ex, Michela Bodei, che lo ha aspettato in auto -. È tornato dopo due ore, aggressivo e turbato". Al bar Le Terrazze Pavarini ha incontrato Kekka e i suoi amici. "Ci ha pagato da bere. Siamo usciti alle 20.45 e ci ha seguiti" ha ricordato Melissa, un’amica, che si è sentita dire dall’imputato: "Se fai un giro con me ti pago". Pavarini, a delitto compiuto, ha poi incrociato alcune studentesse. "Era graffiato e con gli occhi sbarrati.. Faceva paura".