Cristina Maioli, omicidio per "delirio di gelosia". La Cassazione conferma l’assoluzione

La Suprema Corte ha assolto per totale vizio di mente l’ex docente che uccise la moglie

Cristina Maioli è stata uccisa dal marito

Cristina Maioli è stata uccisa dal marito

Brescia 22 gennaio 2022  -  Il caso dell’omicidio di Cristina Maioli, la prof 62enne il 3 ottobre 2019 uccisa a coltellate dal marito Antonio Gozzini, 82 anni, poi assolto per vizio totale di mente provocato da “delirio di gelosia“, è chiuso. La Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura generale che stigmatizzò le sentenze di 1° e 2° grado.

L’ex docente di Fisica nel cuore della notte svegliò la sua seconda moglie, insegnante di Letteratura vicina alla pensione, e la massacrò tagliandole la gola, il torace e l’inguine. Poi rimase a vegliarla, chiamò una vicina, confessò il delitto e aspettò la polizia. Per il pm Claudia Passalacqua, che aveva chiesto l’ergastolo sconfessando il suo consulente, Gozzini voleva liberarsi dalla pressione della consorte che spingeva affinché si facesse ricoverare per curare una depressione mai risolta. A detta dell’accusa l’uomo (ora nella Rems di Castiglione), avrebbe poi inscenato la storia della gelosia per un salvacondotto, ma era lucido quando la eliminò. Una prospettazione portata avanti anche in 2° grado.

La tesi del “delirio di gelosia“, sostenuta dai consulenti di accusa e difesa, Sergio Monchieri e Giacomo Filippini, allineati nelle conclusioni - a loro dire la convinzione ossessiva di Gozzini di essere tradito dalla moglie si era trasformata in un tunnel senza uscita, tale da diventare patologia - era stata confutata solo da Mara Bertini, psichiatra di parte civile, secondo cui non furono fatti sufficienti accertamenti per decretare la totale incapacità di intendere e di volere.