Da navigator a disoccupato: la beffa di chi cerca lavoro per gli altri

La storia di uno dei tanti giovani che da mesi segue l’inserimento di trecento persone

Il navigator Alessio Bongiovanni

Il navigator Alessio Bongiovanni

Brescia, 11 febbraio 2021 - Da navigator a disoccupato: una beffa per chi era stato assunto per aiutare gli altri a trovare lavoro. Rischia di essere questa la sorte dei 50 navigatori bresciani come Alessio Bongiovanni, 29 anni, originario della Sicilia, arrivato a Brescia con in tasca il contratto da 18 mesi e la promessa del ministero del Lavoro di essere poi stabilizzato. "Ho vinto la selezione a cui potevano accedere solo laureati magistrali con una votazione minima di 107/110 – precisa – i primi 6 mesi di contratto sono stati dedicati alla formazione, poi è iniziato il lavoro vero e proprio". A Desenzano del Garda, Bongiovanni segue 300 beneficiari di reddito di cittadinanza.

"Continuerò ad affiancarli fino al 30 aprile, giorno di scadenza del contratto. Dopo quella data, non abbiamo alcuna certezza, perché ancora non è stata prevista la proroga. Questo vuol dire che quelle persone, di cui diverse già in fase di inserimento lavorativo, non avranno più nessuno a cui fare riferimento". Il rischio è che, senza il ruolo attivo dei navigator, lo stesso reddito di cittadinanza si limiti a restare strumento di puro assistenzialismo, perdendo la finalità per cui era nato. "La situazione è ancora più preoccupante – racconta – se consideriamo che il 31 marzo scadrà il blocco dei licenziamenti, che probabilmente porterà ad un’impennata di richieste di reddito di cittadinanza. Si sta portando a concludere un servizio che serve anche ad evitare tensioni sociali".

C’è l’aspetto più prettamente personale di chi, come lui, ha fatto un progetto a lungo termine basandosi sulla prospettiva di un lavoro che sembrava essere garantito dallo stesso Ministero: inaccettabile, ora, il benservito. Bongiovanni, che è anche delegato Felsa Cisl Lombardia, ha ribadito le sue ragioni (e quelle dei 2.700 colleghi in tutta Italia) al prefetto di Milano, durante il presidio organizzato dalle tre sigle sindacali di martedì. "Il sistema del reddito di cittadinanza ha funzionato fino ad ora – continua Bongiovanni – perché noi abbiamo fatto di tutto per farlo funzionare. Abbiamo lavorato sotto i riflettori della stampa, che ci ha visto, erroneamente, come emanazione di una certa parte politica. Siamo stati assunti tramite l’Anpal, Agenzia del ministero del Lavoro, ma operiamo nei centri per l’impiego che sono di competenza provinciale, con un inserimento che non è stato per niente facile. Abbiamo lavorato in assenza degli strumenti promessi. Nel mio caso, ho convocato da solo 300 persone. Ora rivendichiamo i nostri diritti".