Brescia, più casi Covid ma non a scuola

Il pediatra Berardi, segretario provinciale Simpef: "Sono dovuti a contagi interni alle famiglie"

Un esame con tampone

Un esame con tampone

Brescia, 19 settembre 2020 - Nel Bresciano il numero dei positivi a Covid-19 torna a crescere. Se ad agosto, nel territorio di Ats Brescia, si erano registrati 511 nuovi casi, nelle prime due settimane di settembre siamo già a quota 404. Di contro, i decessi sono pressoché azzerati; tra i ricoverati (7 in terapia intensiva al Civile), nessuno è al momento in condizioni critiche.

Sull’incremento dei positivi, pesa il numero di tamponi, così come i rientri dall’estero, mentre l’inizio delle scuole sembra, per ora, avere meno impatto. Nel Bresciano risulta chiusa solo una classe, a Boario, dopo l’esito positivo di un tampone a una studentessa. Dall’inizio delle scuole, però, i tamponi ai minorenni sono diventati sempre più frequenti. "Io no ho fatti fare 14 – spiega Marcello Berardi, pediatra di libera professione di Prevalle, segretario provinciale Simpef – i miei colleghi viaggiano su queste cifre e siamo solo a settembre. La stragrande maggioranza è negativa. Le positività sono dovute a contagi interni alla famiglia. La sensazione è che il virus non circoli affatto nelle nostre scuole".

Questo non serve a evitare la pioggia di tamponi ai più piccoli perché, come indicato dall’Iss, la verifica scatta al primo starnuto. "In Regione, grazie anche al lavoro dei nostri delegati, è stata eliminata la certificazione dopo 3 giorni di assenza. Resta il problema di quando mandare il bambino a tampone. Le scuole hanno l’obbligo di allontanarli quando ci sono sintomi riconducibili a Covid, che però, in pediatria, non sono caratteristici. Mi vedo arrivare bambini allontanati da scuola con febbre a 37,1° o per due colpi di tosse".

Per gli studenti è stata prevista la via preferenziale nell’esecuzione dei tamponi senza appuntamento, con referto in 24 ore. "Resta il fatto che i bambini si ammalano spesso e se per un raffreddore bisogna tenerli a casa, fra un mese a scuola ne resteranno ben pochi". E il vaccino antinfluenzale? "Io sono favorevole ai vaccini, li renderei tutti obbligatori. Realisticamente, però, non esisteranno le dosi per tutti. Nei bambini l’influenza è una delle tante manifestazioni febbrili: per questo, credo sia più importante farlo a categorie a rischio o agli adulti sani, per evitare il dubbio Covid".