Covid: "Si rivedono code di ambulanze in attesa"

Il Bresciano è l’area in cui l’incidenza del virus corre a velocità doppia rispetto al resto della Lombardia: 729 nuove positività, 18 morti

Le ambulanze cariche di pazienti in coda (repertorio)

Le ambulanze cariche di pazienti in coda (repertorio)

Cambio di rotta sull’hub bresciano da 3mila vaccini al giorno, ancora da avviare. Rispetto alla comunicazione ufficiale fatta da Asst Spedali Civili, sembra scartata la scelta dell’ex Omb di Sant’Eufemia a favore della Fiera. "È la sede più opportuna, perché è già pronta. Ringrazio Prefettura, l’Asst, l’Aci, la Camera di Commercio con cui stiamo trovando un accordo", ha detto il presidente di Regione Attilio Fontana, in visita al centro tamponi e vaccini di via Morelli. Fontana ha ammesso che negli ultimi giorni ci sono stati problemi nel sistema di chiamata dei vaccinandi nel Bresciano, dove gli hub provinciali sono stati mezzi vuoti. A Borgo San Giacomo, il sindaco Giuseppe Lama segnala che solo ieri sono iniziate le chiamate degli over 80 (negata l’apertura di nuovi centri vaccinali a Quinzano e Orzinuovi).

«In questi due ultimi giorni si sono verificati dei problemi sulle prenotazioni – ammette Fontana - li stiamo risolvendo". Quanto ai numeri, Fontana spiega: "Siamo la Regione che ha somministrato più vaccini in Italia. Non è una corsa di velocità ma di tenuta: chi ha corso ora non ha i richiami". Ad aprile dovrebbe arrivare una buona scorta di vaccini, ma intanto preoccupa il Bresciano dove, nonostante le scuole chiuse da 2 settimane, ci sono 584 positivi su 100mila, sopra la soglia critica di 250/100mila (la media regionale è di 313); ieri i nuovi positivi sono stati 729, sotto il muro dei 1000 superato la settimana scorsa; 18 i deceduti in Ats Brescia, tutti sopra i 70 anni. Preoccupano gli ospedali. "Anche oggi (ieri per chi legge) abbiamo trasferito 30 pazienti da Brescia verso altre realtà regionali", ha detto Alberto Zoli, direttore generale di Areu Lombardia. Il presidente della Provincia Samuele Alghisi ha chiesto la zona rossa, che ridurrebbe le possibilità di spostamento. Più cauto il sindaco Emilio Del Bono, che ha auspicato ulteriori restrizioni per destare maggiore attenzione tra i cittadini.

«Tra arancione scuro e rosso – ha risposto Fontana – non c’è grande differenza". Chi è in prima linea, tuttavia, auspica un intervento deciso. "Siamo come un anno fa – sottolinea con sconforto Umberta Salvadego, presidente di Croce bianca, premiata con la Rosa Camuna da Fontana – la differenza è che ora almeno gli operatori sono quasi tutti vaccinati. Le chiamate arrivano a tutte le ore, le macchine sono sempre fuori, fanno ore di attesa ai Pronto soccorso o portano i pazienti in giro per la Lombardia. Chi ha patologie o è anziano arriva in ospedale già con l’ossigeno. Per Brescia i numeri sono zona rossa, soprattutto per salvaguardare gli ospedali", conclude Salvadego.