Costretti a tagliare i servizi. E a volte non basta

Quattro dei primi dieci paesi con la spesa pro capite più alta sono pavesi. Como primo tra i capoluoghi

Spese appese al filo della casualità, che rischiano di mandare in dissesto un Comune e di mettere un’ipoteca sul futuro dei minori, doppiamente vittime. Il caso eclatante del comune pavese di Ceretto Lomellina finito in dissesto finanziario per le rette della comunità (93mila euro in 4 anni) di 3 sorelle allontanate dalla famiglia con provvedimento del Tribunale di Milano, ha scoperchiato il vaso di Pandora. "Sono numerosissimi i Comuni che, ogni anno, per far quadrare i bilanci e per garantire le spese di tutela dei minori, arrivano a tagliare intere poste di bilancio e a comprimere servizi essenziali", dice il presidente di Anci Lombardia Mauro Guerra. Nel 2021 la Lombardia ha stanziato 3 milioni di euro in favore per i Comuni fino a 3.000 abitanti per la copertura parziale di costi sostenuti in favore di minori per i quali l’autorità giudiziaria ne aveva disposto l’allontanamento dalla casa familiare. "Una misura del tutto inadeguata nell’entità, ma importante, perché rappresenta un primo riconoscimento del problema, e del principio secondo il quale tali oneri debbano essere coperti da fondi statali", conclude Guerra. Il peso maggiore continua a gravare sui bilanci dei Comuni, soprattutto i più piccoli. Non a caso, secondo l’elaborazione di Openpolis, proprio Ceretto Lomellina è al primo posto in Lombardia per spese pro-capite per l’infanzia, con ben 549 euro.

"È brutto da dire, ma è diventata una questione di fortuna – commenta Marco Togni, sindaco di Montichiari, che per lo stesso tema spende 250mila euro su un bilancio da 19 milioni di euro – per i Comuni più piccoli, basta che capitano anche pochi casi per far saltare i conti". Per un minore in comunità, la spesa è di circa 45mila euro all’anno, mentre per gli affidi si parla di 100-110 euro al giorno. "Questa è la base, per coprire vitto, alloggio e un po’ di assistenza – spiega Togni –. Se serve l’intervento di figure come psicologi o psichiatri, si arriva anche a 400 euro a ragazzo". Sono spese a cui i Comuni non possono derogare, a costo di sacrificare altri capitoli di bilancio, dalle asfaltature al verde. "Dobbiamo pagare tutto, in attesa che arrivi il rimborso dallo Stato, che consente di recuperare circa il 40%". Per i Comuni dovrebbe intervenire lo Stato in misura maggioritaria. "Sarebbe anche una garanzia maggiore per i minori: che succede se i Comuni non riescono più a pagare le rette?".

Federica Pacella