Coronavirus, i casi nel Bresciano salgono a due

Dopo il 51enne di Pontevico (ancora in isolamento) una ginecologa di Manerbio ricoverata ai Civili è risultata positiva

Il Sacco punto di riferimento regionale

Il Sacco punto di riferimento regionale

Brescia, 25 febbraio 2020 - In provincia di Brescia sono due le persone risultate positive al Coronavirus, entrambe ricoverate agli Spedali Civili. L'ultimo in ordine di tempo riguarda una donna le cui condizioni, come è stato sottolineato dall'ospedale, sono complessivamente buone. Si tratta di una ginecologa di 36 anni operativa all'ospedale di Manerbio: avrebbe avuto contatti con il primo contagiato bresciano, un 51enne di Pontevico.

Il 51enne che, correttamente, ha contattato il 112. Il tampone eseguito all’ospedale di Manerbio è risultato positivo. L’uomo è stato trasferito agli Spedali Civili di Brescia. Ora, come da procedure, saranno eseguiti controlli sui famigliari e sui contatti diretti. "È forte la presenza delle istituzioni – ha commentato il sindaco Alessandra Azzini – non prenderemo ulteriori provvedimenti rispetto a quelli dell’ordinanza regionale". Il contagio rientra nel filone di quelli legati all’area rossa: la notizia positiva, per ora, è che quindi non ci sarebbero nuovi focolai.

Oltre al 51enne, al Civile risultano altri tre positivi, tutti provenienti dal Cremonese. Nella tarda mattinata di ieri era trapelata anche la notizia della morte di una donna di Crema, paziente oncologica ricoverata a Brescia e positiva al virus, ma la notizia è stata poi smentita: si era trattato di uno scambio di persona da parte di fonti ospedaliere. «Non aspettiamoci che si resti solo ad un caso a Brescia. La situazione evolve di ora in ora – ha sottolineato il direttore generale di Ats Brescia Claudio Sileo – eravamo preparati da tempo, eravamo sicuri che in Lombardia sarebbe capitato perché regione a maggior rischio per numero di cinesi, per aziende che hanno insediamenti in Cina, per persone e manager che vanno e vengono da quel Paese, ma anche per il turismo».

Da ieri, tutti i medici di medicina generale, pediatri e guardie mediche sono stati dotati di dispositivi di protezione, per limitare il rischio contagio. Per ora i numeri, ribaditi da Simona Tironi, presidente della commissione regionale sanità, dicono che su 172 casi lombardi, il 50% è in isolamento nelle proprie abitazioni, il 40% in osservazione in ospedale, il 10% in terapia intensiva. «Nella zona rossa abbiamo individuato caserme e strutture private – ha sottolineato Tironi – per chi non avesse spazi idonei per la quarantena. Al momento non abbiamo individuato strutture nel Bresciano. Quanto ai danni per l’economia, l’assessore regionale competente Alessandro Mattinzoli ha incontrato le associazioni di categoria regionali per condividere eventuali soluzioni». Per ora sembra confermata la bassa letalità di Covid-19, tanto che c’è chi si chiede il senso di bloccare cinque regioni.

"Dei virus influenzali c’è il vaccino – chiarisce Sileo – per altro a Brescia quest’anno siamo passati dal 41% al 50% di copertura tra gli over 65. Il coronavirus non ha un vaccino né una terapia. Le misure adottate dalla Regione, in base al decreto di presidenza del Consiglio e ministero della Salute, limitano alcune libertà individuali e provocano disagi sul commercio. Ma prima viene la salute, poi il commercio quindi l’organizzazione". In quest’ultima categoria rientra la scuola: l’ufficio scolastico provinciale metterà a disposizione un numero ad hoc per fornire informazioni. Quanto alle disposizione che restringono la possibilità di sovraffollamento, il prefetto Attilio Visconti ha ieri incontrato i sindaci della provincia di Brescia per chiarire alcuni aspetti tecnici. "Vanno resi tutti i servizi pubblici – ha ricordato il prefetto – sì anche alle attività necessarie per la democrazia, come i consigli comunali". Sui mercati rionali infrasettimanali i sindaci potranno valutare caso per caso. No invece ad ogni luogo in cui possano esserci assembramenti (l’ultimo è stato quello dei 200 sindaci di ieri in Santa Giulia). Per dare risposte puntuali, in Prefettura partono oggi sei tavoli strategici su sicurezza, enti locali, servizi essenziali, attività produttive, scuola e salute

HA COLLABORATO: FEDERICA PACELLA