Coronavirus, a Brescia un fatturato di 1,8 miliardi in fumo

Il settore ricettivo e tutta la vasta filiera collegata sono in ginocchio. Federalberghi chiede interventi immediati di sostegno

Il centro storico di Brescia

Il centro storico di Brescia

Brescia, 9 aprile 2020 - Prenotazioni cancellate sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, stanze vuote per Pasqua, grandi eventi come la 1000 Miglia cancellati, poche speranze di poter recuperare qualcosa durante il periodo estivo. Il nuovo coronavirus sta mettendo in ginocchio il settore turistico-ricettivo, che nel Bresciano conta una filiera con più di 7.500 aziende per un fatturato di oltre 1,8 miliardi di euro. Il comparto rischia di pagare a lungo il prezzo dell’emergenza sanitaria, vista la diffusione dell’epidemia in Paesi come la Germania, da sempre mercato importante per il territorio bresciano.

"La preoccupazione si estende anche ai collaboratori – spiega Paolo Rossi, presidente dell’Associazione bresciana albergatori - Federalberghi Brescia – che sono stati forzatamente lasciati a casa, il cui futuro permane incerto, poiché non potranno ad oggi nemmeno aspirare a trovare lavoro in altri Paesi o settori". L’associazione cerca ora il supporto dei Comuni, a cui, con una lettera, ha chiesto di rivedere la tassazione locale, sospendendola per il 2020 e riducendola nel 2021, per contribuire nell’immediato alla tenuta economica dei bilanci e, nel futuro, ad una ripresa dell’attività.

Per quanto riguarda la Tari, tassa sui rifiuti, oltre alla sospensione dei pagamenti e l’annullamento per il periodo di chiusura, si chiede che alla riapertura l’importo sia commisurato sull’effettiva quota di occupazione delle camere. Urgente anche una revisione del canone di occupazione del suolo pubblico, visto che le attività sono bloccate: la richiesta è non solo di annullare la quota di quest’anno, ma anche di dimezzare quella del 2021. Stesso dicasi per l’imposta sulla pubblicità per insegne e affissioni che, alla ripresa, sarà importante per promuovere l’incoming.

In merito all’imposta di soggiorno, oltre che alla depenalizzazione del ritardo di versamento, si chiede che sia totalmente destinata al sostegno delle imprese turistico-ricettive ed alla promozione del territorio. Quest’ultimo capitolo, spiegano dall’associazione, dovrà essere strategico e per questo si chiede di pensare a misure come musei e parcheggi gratuiti, eventi, trasporti gratis o agevolati per i turisti, per cercare di recuperare attrattività. Infine, gli albergatori chiedono ai sindaci un’alleanza per convincere il Governo a sospendere i termini di pagamento ed a rimodularla per almeno due anni.