Brescia, dentro la centrale del 112: "Siamo pronti alla seconda ondata"

In primavera in via Spalto San Marco arrivavano 13mila chiamate al giorno

La centrale del Nue 112 di Brescia serve un territorio con tre milioni di abitanti

La centrale del Nue 112 di Brescia serve un territorio con tre milioni di abitanti

Brescia, 24 ottobre 2020 - "Usare correttamente il numero di emergenza: è fondamentale per non intasare le linee e riuscire a rispondere in modo tempestivo a chi si trova in situazioni critiche, diverse da Covid-19". Quando siamo ormai nel pieno della seconda ondata di contagi da Covid-19, l’invito arriva dal coordinatore della centrale del Numero unico di emergenza 112 di Brescia Lorenzo Biasio. Per ora, nella centrale di via Spalto San Marco, la situazione è decisamente diversa da quella registrata all’inizio della prima ondata, quando il 112 fu subissato di richieste di aiuto. "Tenga conto che nei primi tre giorni, le tre centrali lombarde di 112 avevano ricevuto 50 mila chiamate – ricorda –, noi siamo passati dalle 3.500 che riceviamo tradizionalmente ogni giorno a 13mila". 

In assenza di altri punti di riferimento, molti si rivolgevano alla centrale bresciana del 112, che è punto di collegamento per alcune delle zone più colpite dal Covid in primavera (Brescia, Mantova, Cremona, oltre che Pavia e Sondrio, per un totale di tre milioni di abitanti). Allora era stato necessario raddoppiare il personale, passando dai 9, 10 a una ventina per turno. La situazione è migliorata con l’attivazione del numero regionale unico (800894545, sempre valido); negli ultimi mesi, per avere informazioni e indicazioni operative in casi di sintomi, inoltre, i pazienti fanno riferimento ai medici di medicina generale o pediatri di libera scelta, liberando il 112 da questa incombenza. "Oggi su 3.500 telefonate – spiega Biasio – ne abbiamo trenta, quaranta di tipo emergenziale per Covid e altrettante per informazioni. Numeri decisamente contenuti. Per ora siamo ancora in operatività normale. In accordo con le centrali di emergenza, se dovesse essere necessario saranno comunque attivate le apposite procedure per dare priorità alle situazioni più gravi. Siamo certamente tutti vigili". 

In caso di impennata di chiamate al numero unico, sarà anche incrementato il personale. Ad oggi i dipendenti sono 47, divisi in tre turni; il tempo di risposta è di solo tre secondi e, nel giro di quaranta secondi, l’operatore trasferisce la chiamata alla centrale di secondo livello (sanità, forze dell’ordine, vigili del fuoco, a seconda del caso specifico). Gli operatori svolgono un importante ruolo di filtro, visto che un sessanta per cento di chiamate è frutto di errore o, peggio, di scherzi telefonici. A maggior ragione, nel contesto attuale, serve attenzione e collaborazione da parte di tutti. Da qui l’invito di Biasio a continuare a utilizzare i numeri giusti, evitando il sovraccarico registrato nella prima ondata.