Concesio, appalti truccati: arrestato tecnico comunale. Indagati il sindaco e il parroco

Inchiesta della Procura nel paese natale di Paolo VI. Il primo cittadino: "Sono amareggiato, da 20 anni sono in amministrazione, non c’entriamo nulla"

Carabinieri e GdF sul posto

Carabinieri e GdF sul posto

Concesio (Brescia), 11 aprile 2019 - Bufera sul Comune di Concesio, investito da un’indagine per presunti appalti truccati. Da ieri il responsabile dell’ufficio tecnico, Riccardo Gardoni, è ai domiciliari. I carabinieri e i finanzieri lo hanno arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per corruzione, omissione d’atti d’ufficio, turbativa d’asta e falso e gli hanno sequestrato conti correnti, preziosi e denaro per quasi un milione di euro.

L’inchiesta, condotta da Pg, Polizia provinciale e dal pm Ambrogio Cassiani, ha fatto finire nei registro degli indagati 25 persone. Imprenditori e dipendenti pubblici, tra cui il sindaco Stefano Retali, l’assessore all’ambiente Giampietro Belleri, il comandante della Polizia Locale Walter Rotundo, questi ultimi accusati di non aver segnalato le irregolarità nonostante ne fossero a conoscenza. Indagato persino il parroco, don Fabio Peli, per presunti conferimenti di rifiuti in una discarica abusiva su un terreno oggetto di lottizzazione, e finito sotto sequestro. «Sono amareggiato, da 20 anni sono in amministrazione, non c’entriamo nulla con la questione appalti», ha commentato il sindaco. L’indagine nasce dall’arresto nel maggio 2018 della segretaria comunale Dora Cicalese, nei guai per concussione. Accertamenti e testimonianze avrebbero permesso di scoprire il cosiddetto «sistema Gardoni»: affidamenti diretti degli appalti sotto i 40mila euro sempre alle stesse quattro o cinque imprese compiacenti, nei cui confronti spesso il Comune era in debito, seguiti da procedure di gara fittizie indette ex post a lavori già eseguiti.

La benevolenza era pagata a caro prezzo, con regali costanti: pranzi pagati, un cellulare nuovo donato ad ogni compleanno, sigarette, tablet, auto portata dal carrozziere, pieni di benzina, lavoretti in casa gratis. «Che cosa dovevo fare, la verità è quella lì, lui è l’unico disponibile in qualunque momento» dice Gardoni, 30 capi di imputazione, in un’intercettazione. Per il gip Tiziana Gueli l’architetto è ben consapevole dell’illiceità e «il motivo dell’adesione è l’utilità, non la pretesa di realizzare lavori con urgenza». A questo sistema sarebbe ricorso per il piano neve, la pulizia strade, la sistemazione di cimitero, asili, scuole, tetti degli edifici pubblici. La misura cautelare è giustificata da «evidente e intenso pericolo di reiterazione di fatti similari, attesa l’ampiezza e la diffusività della gestione illecita della cosa pubblica (...) ricomprendente tutti i settori di sua competenza, dall’assegnazione degli appalti alle pratiche edilizie».Per l’accusa infatti Gardoni ripagava gli “amici” aumentando le cubature delle superfici edificabili nelle convenzioni edilizie a vantaggio dei costruttori. Nell’inchiesta appare coinvolta anche la parrocchia di sant’Antonino per una presunta gestione illecita di rifiuti in una discarica abusiva.