Coccaglio, bimbo investito da auto pirata: "Due famiglie sconvolte da questa tragedia"

La cittadina è ancora incredula per l’investimento del piccolo di due anni. Rintracciata e messa ai domiciliari la responsabile: è una 22enne del posto

Il passeggino scaraventato dopo l’urto con l’utilitaria avvenuto martedì

Il passeggino scaraventato dopo l’urto con l’utilitaria avvenuto martedì

Coccaglio (Brescia), 12 dicembre 2019 - "Comunque   la si guardi, è un’enorme tragedia che sconvolge due famiglie. Quella del piccolo in coma, ma anche quella della giovane". L’assessore alla Polizia Locale di Coccaglio Wolmer Bono martedì sera ha seguito passo passo la rapida indagine degli uomini del comandante Luca Ferrari, che nel volgere di una giornata hanno identificato l’automobilista pirata scappata dopo avere travolto in via Achille Grandi un passeggino  Ishaan, il bimbo di due anni, ora in coma all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo

E’ una commessa di 22 anni che vive in paese con i familiari. Non si è costituita e il pm Ambrogio Cassiani l’ha posta in stato di fermo. Ora è agli arresti domiciliari: risponde di lesioni gravissime e omissione di soccorso aggravata dalla fuga. I poliziotti sono arrivati a lei grazie a un dettaglio importante riferito dalla madre del bimbo, una signora di origine indiana rimasta miracolosamente illesa. La donna alle 8.30 stava accompagnando la primogenita di 5 anni all’asilo. Davanti a sé aveva l’ultimo arrivato, nel passeggino. La famigliola stava attraversando sulle strisce quando la macchina della giovane appena uscita da casa ha centrato in pieno le ruote anteriori del passeggino, scaraventandolo in aria e catapultando a cinque-sei metri il bambino. La madre pur nella disperazione è riuscita a memorizzare e a descrivere l’auto dell’investitrice: un’utilitaria di colore blu. Due dettagli che hanno permesso di individuare la Fiat 500, inquadrata dalle telecamere di un semaforo 200 metri prima del punto dell’impatto.

L’investimento non ha avuto testimoni, se non due automobilisti sopraggiunti immediatamente dopo l’incidente e che si sono fermati per prestare soccorso al piccolo. Le immagini sono state incrociate con altre estrapolate da occhi elettronici nei dintorni grazie a cui è stato possibile risalire alla targa della Fiat 500, transitata un attimo prima delle macchine degli automobilisti in questione. In serata la Polizia si è recata a casa della 22enne chiedendo del fratello, perché l’auto è intestata a lui. L’utilitaria era in uso alla ragazza, in quel frangente al lavoro a Erbusco, hanno riferito i familiari del tutto sconvolti una volta appreso il motivo della visita da parte delle forze dell’ordine.

Rintracciata in un posteggio di un esercizio commerciale, la Fiat 500 presentava un’ammaccatura sul fanale anteriore destro ritenuta compatibile con l’investimento. "Credevo di avere sbattuto contro un paletto – si è giustificata la ragazza – Avevo il parabrezza ghiacciato e la visuale limitata dal sole basso, ho capito di avere urtato qualcosa ma non mi ero accorta di nulla. Per questo non mi sono costituita" avrebbe riferito a caldo. Quando gli agenti l’hanno informata che il presunto paletto era in realtà un bimbo ora in coma, si è ammutolita. Non è ancora stata ascoltata dal magistrato. Se vorrà, già oggi potrà rendere la sua versione dei fatti davanti al gip, in occasione dell’interrogatorio di convalida, previsto alle 10.

"La giustizia farà il suo corso e accerterà le sue responsabilità – dice l’assessore Bono -. Non sta a noi giudicare le sue condotte. Quello che certamente faremo, sarà di mobilitare operatori e assistenti sociali in caso di necessità per entrambe le famiglie". Quanto alle condizioni del piccolo, sono stazionarie. Ha riportato un grave trauma cranico e si trova tuttora in coma all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. I medici non sciolgono la prognosi e lo ritengono in pericolo di vita.