Cocaina in testa ai consumi. L’alcol resta la dipendenza più mortale

Nel Bresciano il Dipartimento salute mentale segue 7.500 utenti in 13 strutture: poche rispetto alla domanda, sempre sature

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Accesso più facile grazie al web, emulazione di comportamenti visti in famiglia, scarsa consapevolezza dei rischi nell’accostarsi alle droghe, compresa la cannabis, o all’alcol. Questo il quadro delle dipendenze nel Bresciano secondo Laura Guarneri, a capo dell’Uoc, Servizio territoriale per le dipendenze del Dipartimento di Salute mentale e delle Dipendenze Asst Spedali Civili, sentita in Commissione consiliare Servizi alla persona e sanità per cercare di capire meglio l’evoluzione del fenomeno e quali misure adottare.

Nel Bresciano vengono seguiti 7.500 utenti tra le 13 strutture pubbliche o private accreditate per dipendenze da droghe, alcol e azzardo, cui si aggiungono 22 comunità terapeutiche con 337 posti, di cui 39 per doppia diagnosi e 34 per dipendenze da alcol e droghe (troppo pochi rispetto alla domanda, tanto da essere sempre saturi). "Per quanto riguarda la tossicodipendenza – spiega Guarneri – vediamo che la nuova utenza ha caratteristiche di consumo diverse dalla vecchia. Quasi il 50%, infatti, dichiara come sostanza primaria la cocaina, il 20% la cannabis, solo il 18% eroina e oppioidi, che in passato erano invece i più usati".

I percorsi vengono portati a termine dal 71% degli utenti. L’abbandono è particolarmente elevato tra i ludopatici: circa il 30% che lascia prima di aver finito le cure. L’alcol resta la più mortale tra le dipendenze, anche se solo un 10% di chi ne fa un uso dannoso arriva ai servizi. L’approccio a questa sostanza inizia verso i 13 anni, la manifestazione dell’impatto sul funzionamento psicofisico verso i 20-30 anni, il decesso attorno ai 60. "L’avvio dei trattamenti è molto tardivo rispetto all’inizio del consumo – spiega Guarneri – per cui il disturbo ha tutto il tempo di strutturarsi e compromettere il funzionamento dell’individuo".

Federica Pacella