Centro raccolta a Castenedolo Segna il passo dopo il boom

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Le immagini di città devastate si alternano sul cellulare di Oksana a quelle degli aiuti arrivati a destinazione da Brescia. A due mesi dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il centro di raccolta di aiuti allestito dall’associazione Nadyia (dall’1 aprile in via Maestri del Lavoro a Castenedolo, dopo lo spostamento da Folzano) continua, ma con ritmi ben diversi da quelli conosciuti nelle prime settimane. "La gente ormai si è abituata anche alla guerra - sospira Oksana – da quando siamo qui abbiamo mandato solo 2 camion ed una ventina di pullmini. Le donazioni sono calate, ma in Ucraina c’è ancora più bisogno di aiuto". Il cibo scarseggia, l’acqua potabile pure. "Stiamo mandando le pastiglie per potabilizzare l’acqua", spiega. Le notizie dalle zone sotto attacco sono drammatiche. "A Mariupol un elicottero era riuscito a mandare beni di prima necessità all’acciaieria Azovstal, ma è stato bombardato non appena si è rialzato in volo". Tra i beni che si stanno raccogliendo ci sono anche soluzioni iniettabili di atropina solfato. "Serve contro gli effetti delle armi chimiche, aiuta a respirare. Il comandante di un battaglione mi ha detto che ha usato gel disinfettante, che avevamo mandato per le mani, per pulirsi la bocca, perché non sapeva più che altro fare". A due mesi dal conflitto, si fatica a vedere una fine. "C’è chi sta tornando, per vedere cosa è rimasto della propria casa. Io temo che la presenza di civili possa di nuovo attirare l’esercito russo". Quello che si può fare, ora, è continuare a mandare aiuti: medicinali, cibo e fondi (Iban 41K0306909606100000186175). Il capannone di Castenedolo è aperto ogni giorno alle 9 alle 17. F.P.