Sarezzo, ecco i costumi di carnevale più belli del mondo

Germana da disoccupata a regina del carnevale

Germana Salvi, la maga del Carnevale

Germana Salvi, la maga del Carnevale

Sarezzo (Brescia), 3 marzo 2019 - Le foto dei suoi costumi fanno il giro del mondo. Le maschere che si inventa e cuce in casa calamitano l’attenzione delle giurie, che più volte l’hanno selezionata tra i trenta finalisti a Venezia. Un capolavoro di estro, capacità sartoriale, pazienza e senso estetico. Arriva da Sarezzo la maga del carnevale. Germana Salvi, 55 anni, operaia meccanica disoccupata, ha trasformato la passione per la sartoria che ha nel cuore da quando era ragazzina in un’attività di famiglia condotta a livelli professionali. Ha coinvolto i figli Eleonora, 32 anni, e Daniele, 35, nella realizzazione di scenografici costumi da sfoggiare in piazza san Marco. Alle imprese, che durano mesi, partecipa anche il marito, operaio metalmeccanico, ingaggiato per la costruzione delle «armature» in ferro e legno che sostengono ampi abiti ispirati alle fiabe o al ‘700.

«Quest'anno sfilo solo io, ma è un caso» risponde lei, regina con manto bianco e nero, in trasferta nelle calli. Studi da estetista rimasti nel cassetto, Germana si è lanciata nell’avventura delle confezioni carnevalesche nel 2006. «Avevo problemi di salute e mia figlia per distrarmi mi propose di andare a Venezia. Perché non ci vestiamo da dame del ‘700? mi disse. Risposi sì. E da allora non ho più smesso. L’aria che si respira è magica, ti fa venir voglia di lavorare tutto l’anno».

Rispolverato ago e filo con successo, orgogliosa di mettersi in posa per turisti e fotografi («Il costume di mia figlia è finito in una mostra a Londra») la signora è l’anima di un hobby ormai parentale. Il figlio è un habitué di parrucche boccolose e fogge da Re Sole, e il marito, appunto, il supporto operativo del team. «In genere ci mettiamo all’opera a maggio-giugno dell’anno precedente. Dobbiamo farci venire l’idea. Pensiamo a personaggi fiabeschi o del passato, disegniamo il modello, cerchiamo online stoffe, centinaia di metri di tulle, migliaia di piume, pietre. Dobbiamo costruire ali di legno e strutture in ferro. E cucire e ricamare». ​Un lavoro lungo e certosino. «Il ricamo di 60 uccelli su un vestito può costarmi 200 ore». Oggi le sue «creature», come le chiama lei, sono custodite a casa della figlia. Sono una trentina, opere da set cinematografico che occupano due stanze. «Venderle? Mai. Sono un pezzo di cuore».