Caffaro, lavoratori in agitazione "Nessuno si preoccupa di loro"

Cassa straordinaria da inizio settembre per i 51 assunti: dodici mesi di ammortizzatori. L’azienda cesserà l’attività

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di Federica Pacella

Hanno proclamato lo stato di agitazione i 51 lavoratori di Caffaro Brescia. L’azienda dall’1 settembre ha chiesto la cassa straordinaria per cessazione di attività per 12 mesi, già autorizzata dal Ministero del lavoro. I lavoratori saranno messi in cassa progressivamente, man mano che termineranno le operazioni di dismissioni della produzione. "Siamo tutti contenti dell’approvazione del Pob – aggiunge Patrizia Moneghini, Filctem Cgil – ma non abbiamo rilevato alcuna preoccupazione sui 51 lavoratori dell’azienda".

Nessuna chiamata, ancora, dal tavolo del ministero dello Sviluppo Economico. Per Filctem Cgil e Femca CIsl, ci sarebbe spazio per reimpiegare i lavoratori almeno nella fase di transizione in vista della bonifica. "Queste persone non hanno inquinato – sottolinea Moneghini – ma hanno anzi garantito l’emungimento ed il controllo del sito. Chi lo farà quando se ne andranno?". Per contratto, l’azienda dovrebbe garantire il pompaggio fino al 2023, ma starebbe avanzando l’ipotesi che, con la produzione ferma, non sarebbe più in grado di effettuarlo. Il Commissario straordinario Roberto Moreni ha chiesto ad Arpa di valutare cosa accadrebbe nel caso di fermo per un anno; anche Aecom sta preparando un piano B, che dovrebbe però essere finanziato.