Brescia, perseguitato dai bulli: si iscrive ad un corso di autodifesa

Brescia, a 14 anni chiede un coltello per andare a scuola tranquillo. La mamma lo convince a prendere lezioni di karate

Corso di difesa personale

Corso di difesa personale

Botticino (Brescia), 20 novembre 2018 - Paolo, il nome è di fantasia, ha quattordici anni e mezzo e frequenta la seconda in una scuola superiore di Desenzano. Piccolo di statura, apparentemente più giovane della sua età, è preso regolarmente di mira dai compagni. I bulli, eufemismo per qualificare gli spacconi che lo perseguitano con scherzi e insulti. «La situazione fino a poco fa era talmente pesante che un giorno mio figlio mi ha chiesto di procuragli un coltello, senza il quale non voleva più tornare in classe – racconta Roberta, di Bedizzole –. Io ero disperata». Paolo però a scuola adesso ci va regolarmente, e con sé non ha armi. Ha trovato un sistema innovativo per sentirsi in grado di fronteggiare chi lo spaventa: iscriversi a un corso di autodifesa per ragazzi con meno di 16 anni.

Un'iniziativa con pochi precedenti sul territorio, non solo bresciano, che a quanto pare si sta rivelando efficace. A organizzarla è l’Auser, l’associazione che in genere si occupa di attività per anziani e che pionieristicamente ha deciso di mettere in campo una versione ampliata dell’autodifesa per donne, pratica ormai diffusa pressoché ovunque. «Il bullismo è un fenomeno che assume dimensioni sempre più preoccupanti, non si può rimanere indifferenti – spiega Santo Cotelli, il vicepresidente dell’Auser –. Avevamo messo in giro qualche volantino già l’anno scorso, ma non avevamo raccolto adesioni. Ci abbiamo riprovato a ottobre e si è iscritto Paolo, per ora l’unico a seguire le lezioni nella sede di Villa Labus insieme a quattro mamme». Il pacchetto iniziale proposto, al prezzo simbolico di dieci euro, è di tre incontri con l’istruttore Giancarlo Manfredini. Insegnante di arti marziali ed ex poliziotto, Manfredini addestra i partecipanti non ad attaccare, ma a parare colpi e a proteggere punti deboli.

A convincere lo studente a iscriversi è stata la madre, che ha saputo per caso dei corsi e vi si è aggrappata come a una boa: «Ero davvero preoccupata per Paolo – confida Roberta -. Già alle medie mio figlio era stato chiuso in bagno e minacciato, e adesso alle superiori la situazione non è migliorata. È sempre perseguitato da compagni energumeni che lo sbeffeggiano per l’aspetto fisico e per il rendimento scolastico non proprio brillante, lo fanno sentire in pericolo per la sua bassa statura. Non l’hanno mai aggredito fisicamente, ma lo hanno sottoposto a una grave pressione psicologica, tanto che non voleva più andare a scuola se non armato. Non riuscivo a dissuaderlo».

Ora, dopo solo due lezioni con il maestro, il clima si è fatto più sostenibile: «Quegli incontri gli danno fiducia in se stesso e nella sua capacità di reagire. Sono fantastici. Ora Paolo conosce anche qualche piccolo trucco per mettere al tappeto chi potrebbe fargli del male, ha più autostima». Roberta ne è tanto entusiasta che intende pubblicizzare l’autodifesa per under 16 nelle scuole: «È un’iniziativa che dovrebbe essere portata a conoscenza di tutti i ragazzini tra gli 11 e i 18 anni, i benefici sarebbero enormi».