Brugherio, morte del piccolo Arli. I vicini di casa: non dobbiamo abbandonare i genitori

Gianni, il “nonno” del palazzo di Brugherio, ricorda la drammatica caduta. I Servizi sociali attivati per dare supporto

Giovanni Grieco indica la finestra dalla quale è precipitato il piccolo Arli

Giovanni Grieco indica la finestra dalla quale è precipitato il piccolo Arli

Brugherio (Monza Brianza), 5 agosto 2022 -  Sono rimaste aperte le finestre al quarto piano del civico 5 di via Bachelet a Brugherio, da cui martedì mattina è precipitato il piccolo Arli di 2 anni. La casa è stata chiusa e tutto è rimasto come congelato, come se il tempo si fosse fermato alle 11.30 di martedì, da quel tragico volo. I genitori disperati sono rimasti accanto al piccolo in ospedale fino all’ultimo minuto, ricoverato per un malore il nonno che accudiva il bambino.

"Guardi , è quella finestra lì", indica Giovanni Grieco, detto Gianni, che i bambini del palazzo li conosce tutti: è in qualche modo il nonno del condominio. "I nostri caloriferi sono bassi e un bambino ha la possibilità di arrampicarsi fino alla finestra. Mia moglie ha sentito un tonfo e mi ha chiesto di andare a vedere. Intanto è uscita una vicina di casa esperta di assistenza e lo ha trovato sul vialetto. Lo ha raccolto e appoggiato sul tavolo da picnic del giardino, in attesa dell’elisoccorso. Se fosse caduto direttamente di sotto sarebbe atterrato in un cumulo di foglie, invece, rimbalzando sulla tapparella a bocca di lupo del secondo piano, è stato sbalzato oltre il prato, sul cemento. Immediatamente il grido straziato del nonno che si è precipitato di sotto a rotta di collo, stringendo il bambino fra le braccia, in un bagno di sangue. Sono sconvolto, non riesco ancora a capacitarmi – continua Gianni –. Era un bambino sempre sorridente e ben curato. Anche i genitori, poco più che venticinquenni, sono benvoluti da tutti qui attorno". Così il racconto affannoso di Gianni, nonno di 5 nipoti che ben si immedesima nello strazio dell’altro nonno a cui è bastato un attimo di distrazione per ritrovarsi solo in casa. "Giovani fate figli – incoraggia Gianni come un fiume in piena –. Ci perdiamo in tante cose futili, ma i bambini sono il senso della vita, la cosa più bella e più vera del mondo".

La famiglia, proveniente dall’Albania, abita a Brugherio da 3 anni, dapprima al piano terra dello stesso stabile, in affitto, e da un mese aveva acquistato l’appartamento al quarto piano, dove si era appena trasferita. Entrambi i genitori erano orgogliosi del loro piccolo e invitavano spesso i parenti lontani a trovarli, da ultimo il nonno che quindi si occupava di Arli mentre i genitori lavoravano. Mentre Gianni racconta, si avvicina una signora con il suo bimbo, poco più grande di Arli; guarda attonita la fatidica finestra, partecipa al dolore, poi dà una carezza al suo bimbo lì accanto, ignaro. "Perché con i bambini – dice – si sa, è veramente un attimo, non ti puoi distrarre...". Si avvicina un’altra signora, tutto il quartiere è rimasto in ansia fino al’ultimo per le sorti di Arli e ora si stringe ai suoi genitori.

"Per scelta, da sempre non commento fatti di cronaca così dolorosi", dice il sindaco Marco Troiano, che ha sperato fino all’ultimo. Intanto i Servizi sociali si starebbero attivando per offrire supporto. "Speriamo che il Comune faccia qualcosa per aiutare quella famiglia – è l’appello accorato di nonno Gianni – adesso avranno bisogno di assistenza economica e soprattutto psicologica. È un trauma troppo grande e devastante da sopportare, non ci si riprende più da una tragedia simile. Non devono essere abbandonati".