Brescia, l’allarme ambientalista: scongiurare il rischio epidemia

Lettera delle associazioni: "Verifiche per controllare se è sicuro operare con i depuratori sul Chiese con livelli di deflusso così bassi"

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Brescia, i suoi laghi, i suoi fiumi, le valli e la pianura sono in ginocchio e piangono per la crisi idrica e la siccità, che potrebbero interrompersi in queste ore in caso arrivassero perturbazioni come previsto dai metereologici per il nord Italia. Non basterà, comunque, un giorno di pioggia per risolvere una situazione che ha portato sull’orlo del disastro l’agricoltura e che comincia a creare problemi anche di sanità delle acque nei laghi, dove si stanno creando spiagge mai viste e dove nei punti dove l’acqua è più bassa si sta assistendo a una cospicua proliferazione algale che va a depositarsi al sole e marcisce, creando odori nauseabondi, che cominciano a fare stare i turisti nelle zone dove i fondali sono alti e quindi frequenta meno le zone a sud, specie del lago d’Iseo.

Non solamente. Le associazioni ambientaliste Visano Respira acqua e aria pulite, Gaia Gavardo Comitato spontaneo cittadini e Comitato la Roccia Giustizia e Verità per il futuro hanno scritto a Arpa Brescia, Provincia di Brescia, Provincia di Brescia, Comune di Gavardo, Aato Brescia, A2a e Acque Bresciane. "Per prevenire di nuovo epidemie come quella di legionella del 2018 noi associazioni stiamo sollecitando gli enti a una scrupolosa verifica atta a ottenere un riscontro – spiegano Stefano Guarisco, Filippo Grumi e Roberto Caldera per conto dei comitati – se esistono ancora le condizioni di sicurezza per operare in salvaguardia con i depuratori stante l’attuale crisi di siccità con dei livelli di deflusso idrico ben al di sotto dei minimi dei corpi idrici recettori onde garantire la salute e le minime condizioni igienico sanitarie dei territori e dei cittadini che vivono lungo l’asta del Fiume Chiese. Abbiamo quindi inviato una lettera ai soggetti preposti alla sicurezza e al controllo legati al ciclo idrico". La siccità sta avendo effetti a 360° gradi. In pianura gli allevamenti stanno andando in sofferenza, così come le coltivazioni, mentre in montagna comincia a presentarsi la necessità di portare cibo e acqua in quota. Non solo: sta tornando la piaga degli incendi, che si stanno diffondendo a macchia d’olio e che sono, per lo più collegabili all’azione di piromani o incendiari, come avvenuto a Botticino nella notte tra domenica e lunedì, dove qualcuno ha dato fuoco a due ettari di boschi e sterpaglie o a Cunettone di Salò.

Mercoledì a san Felice del Benaco si terrà un incontro del Comitato per la Sicurezza presieduto dalla Prefettura poiché qualcuno, approfittando anche del secco e del caldo, ha per due volte incendiato la sede di "Motoragazzi" in via Umberto Zerneri, creando non solo un ingente danno economico all’azienda ma anche un pericolo per la popolazione dato che il negozio si trova nei pressi di un distributore di benzina, dove è stoccato carburante. Ancora, gli incendi divampano anche nei centri storici enei parchi, dove erba secca e siepi ormai arse dal sole diventano combustibile che viene facilmente acceso da mozziconi di sigarette o fuochi lasciati accesi. Milla Prandelli