Brescia, la Provincia incontra i sindaci: si va verso un’azione comune

Il presidente Alghisi: "È ancora in corso la fase investigativa: ci siamo messi a disposizione per coordinare le iniziative"

Migration

Controlli e interventi sui terreni trattati con fanghi e gessi di defecazione della Wte: la Provincia prende in mano il coordinamento dei Comuni bresciani. Nei giorni scorsi, la comunicazione arrivata a 31 sindaci da parte dei Carabinieri Forestali, che indicava la presenza di aree trattate con gessi di defecazione contaminati da idrocarburi e metalli pesanti dalla Wte di Calcinato aveva creato preoccupazione tra i sindaci, chiamati dal ministero della Transizione ecologica ad avviare l’ordinanza per le operazioni finalizzate alla rimozione dei rifiuti verso la ditta responsabile in solido con il proprietario dell’area. Nel caso di inottemperanza, spetterebbe però al sindaco occuparsi di rimozione e smaltimento dei rifiuti, che significherebbe rimuovere una quantità elevata di terreno (i gessi-rifiuti sono ormai mescolati alla terra) con costi elevati che neanche i 12 milioni di euro sequestrati alla proprietà della Wte potrebbe coprire.

Ieri la Provincia, con la sua Avvocatura civica, ha incontrato 25 dei 31 comuni interessati nel Bresciano (71 in Lombardia, 78 nel Nord Italia): Cigole, San Paolo, Botticino, Lonato, Roccafranca, Quinzano, Gambara, Manerbio, Isorella, Rezzato, Brescia, Montirone, Remedello, Pontevico, Calcinato, Dello, Lonato, Bagnolo Mella, Pralboino, Ospitaletto, Leno, Bassano Bresciano, Calvisano, Mairano, Ghedi. Nell’incontro si sono analizzate le possibili azioni che possono adottare i Comuni per tutelare in prima battuta la salute dei cittadini. "Ad oggi – ha dichiarato in conclusione Alghisi – poiché è ancora in corso la fase investigativa da parte della Procura e delle Forze dell’Ordine, non ci sono elementi di azione concreta da parte dei Comuni: l’incontro è servito anche per fare luce sulle possibili azioni da intraprendere. Per questo motivo la Provincia sta valutando di coordinare, a nome dei Comuni coinvolti, azioni di richiesta nei confronti degli enti ispettivi (Arpa in particolare, ndr), per facilitare l’iter di ottenimento di quelle informazioni indispensabili affinché i Comuni possano decidere come e dove procedere. La Provincia si è messa a disposizione per coordinare le iniziative in ambito amministrativo tenendo conto delle molte differenti situazioni di ogni singolo ente". Per poter avviare il procedimento per la rimozione dei rifiuti, molti vorrebbero avere maggiori informazioni sull’entità della contaminazione di suoli e falde. Arpa Brescia nei giorni scorsi aveva chiarito che per poter effettuare gli esami, è necessario che i rifiuti siano rimossi. Il modello da seguire sarebbe quello del Comune di Lonato che per primo ha avviato il procedimento amministrativo che potrebbe portare all’eventuale emissione dell’ordinanza di rimozione rifiuti (ed ha anche vietato di raccogliere quanto coltivato sui terreni interessati). Lo stesso sindaco di Lonato, Roberto Tardani, aveva però spiegato che vorrebbe che si effettuassero delle analisi sulle falde. Ora toccherà alla Provincia farsi portavoce delle varie istanze, con l’auspicio che questo acceleri l’iter (al di là del risvolto giudiziario) per ripristinare eventuali danni all’ambiente a carico di chi ne ha la responsabilità.

Federica Pacella