Omicidio Manuela Bailo: la difesa verso la perizia psichiatrica

L'avvocato ipotizza che abbia agito in stato di trance. Ma per la Procura Pasini era lucido

L’avvocato Pietro Paolo Pettenadu difende Fabrizio  Pasini

L’avvocato Pietro Paolo Pettenadu difende Fabrizio Pasini

Brescia, 5 settembre 2018 - «Non escludo la possibilità di chiedere una perizia psichiatrica. Voglio capire anche io la persona che ho davanti e soprattutto accertare se al momento dell’omicidio di Manuela Bailo il mio cliente fosse in grado di intendere e volere». Per l’avvocato Pietro Paolo Pettenadu infatti Fabrizio Pasini potrebbe avere agito in una sorta di stato di trance. «Magari sopraffatto dallo stress», sottolinea il legale del 48enne sindacalista della Uil in carcere dallo scorso 20 agosto con l’accusa di avere ucciso la 35enne di Nave con cui aveva una relazione e di averne nascosto il cadavere nella vasca per i liquami di una cascina di Azzanello nel Cremonese.

Per la Procura di Brescia Pasini però avrebbe ucciso Manuela Bailo in maniera lucida: prima colpendola alla testa con un oggetto contundente, (due le ferite sul sottile cranio della donna, una nella zona parietale e una alla base della testa), e poi tagliandole la carotide con una arma bianca. «Solo i risultati dell’autopsia che attendiamo entro un paio di settimane potranno chiarire la dinamica – sottolinea l’avvocato Pettenadu – Nel frattempo siamo pronti a fare ricorso al Riesame già la prossima settimana per chiedere l’annullamento della custodia cautelare in carcere per sostituirla con una misura meno dura, come gli arresti domiciliari, anche se oggi Pasini non avrebbe un posto dove stare se venisse scarcerato.

La moglie non lo vuole più vedere, la casa della madre è sotto sequestro perché lì è avvenuto il delitto e anche altri familiari non sono disposti al momento ad accoglierlo». In attesa delle prossime mosse della difesa, prosegue il lavoro degli inquirenti. Nei prossimi giorni il pm Francesco Carlo Milanesi dovrebbe spedire in laboratorio i reperti più importanti recuperati all’interno della casa di Ospitaletto teatro dell’omicidio. Ieri mattina inoltre i carabinieri sono entrati di nuovo nella sede della Uil e del Caf Uil per sequestrare i due computer utilizzati da Manuela Bailo che lì lavorava e aveva conosciuto il suo assassino intrecciando con lui una relazione. Dall’analisi dei pc potrebbero emergere gli elementi che consentirebbero alla Procura di contestare la premeditazione.