Breno (Brescia) - Tre arresti per droga nel fine settimana da parte dei carabinieri della Compagnia di Breno. In manette due spacciatori nigeriani di 26 e 20 anni e un operaio italiano residente proprio a Breno. In quest'ultimo caso l'uomo, 42 anni, aveva coltivato nell'orto di casa delle piante di marijuana e sempre presso la propria abitazione è stato rinvenuta della sostanza già essiccata e divisa in dosi. I carabinieri lo stavano monitorando già da alcuni giorni. L’uomo era in casa quando i Carabinieri hanno bussato alla sua porta. La perquisizione ha consentito di rinvenire circa 6,5 kg di “erba” in efflorescenza, 60 grammi della stessa sostanza già essiccata e suddivisa in più dosi, oltre a uno strumento per ottenere il sottovuoto e altro materiale utile al confezionamento della droga. L'operario 42enne è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio.
Stessa sorte è toccata a due giovani spacciatori di origine nigeriana, in Italia senza fissa dimora, ai quali era stata rigettata la richiesta di asilo politico. Sono stati sottoposti a controllo da una pattuglia dell’aliquota radiomobile nella tarda serata di sabato. I due si trovavano a bordo di una piccola utilitaria nel centro di Darfo Boario Terme. I militari, impegnati in un servizio perlustrativo, si sono insospettiti di un capannello di giovani del posto che si trovavano attorno all’auto. Alla vista del mezzo di istituto i ragazzi si sono velocemente allontanati e, nella circostanza, i Carabinieri hanno deciso di approfondire il controllo sui due extracomunitari. La perquisizione personale e veicolare ha consentito di rinvenire due dosi di cocaina e circa mezzo etto di hashish, suddiviso in 20 stecchette, già pronte allo spaccio. I due nigeriani, accompagnati presso gli uffici del Comando Compagnia di Via Dassa a Breno, sono stati tratti in arresto e ristretti in camera di sicurezza in attesa dell’udienza di convalida. Il Giudice ha convalidato le misure pre cautelari; i due nigeriani sono stati condannati a sei mesi di reclusione ed è stato concesso dall’autorità giudiziaria il nulla osta all’espulsione dal territorio nazionale, mentre l’operaio brenese è stato sottoposto all’obbligo di presentazione.