Brescia, caso Bozzoli e Ghirardini. Doppio giallo nel processo sull'omicidio dello zio

La Corte d’Assise ha acquisito il fascicolo del procedimento sull’operaio trovato morto una settimana dopo la scomparsa del suo datore di lavoro

Giacomo Bozzoli è l’unico imputato dell’omicidio dello zio Mario

Giacomo Bozzoli è l’unico imputato dell’omicidio dello zio Mario

Brescia - Dopo aver aleggiato per 7 anni sul mistero e sulla vicenda giudiziaria, l’ombra di Giuseppe Ghirardini entra formalmente nel processo a Giacomo Bozzoli, imputato dell’omicidio dello zio Mario e della distruzione del cadavere, l’8 ottobre 2015. La difesa ha ottenuto che la Corte d’Assise di Brescia acquisisse l’intero fascicolo del procedimento per istigazione al suicidio di Ghirardini a carico di Giacomo Bozzoli e del fratello Alex. Ghirardini, dipendente della fonderia Bozzoli di Marcheno, si era smaterializzato sei giorni dopo la scomparsa del datore di lavoro per essere ritrovato morto con un’esca di cianuro nello stomaco.

A luglio il giudice per le indagini preliminari, Elena Stefana, ha archiviato il fascicolo. Quanto accaduto ieri nell’udienza, che ha chiuso l’istruttoria dibattimentale, ha un addentellato significativo e recente. Nell’udienza del 29 giugno, il pubblico ministero Silvio Bonfigli aveva riformulato il capo d’imputazione inserendo un’alternativa accanto all’ipotesi che Mario Bozzoli fosse stato ucciso all’interno della sua azienda e poi trasportato all’esterno dal nipote in auto e abbandonato per non essere più ritrovato.

Il nuovo capo d’imputazione recuperava e abbinava a questa l’ipotesi iniziale delle indagini: quella che il corpo dell’imprenditore fosse stato gettato nel forno grande della fonderia. Veniva prospettato per la prima volta anche l’apporto di terzi. Giacomo si sarebbe sbarazzato dello zio "anche avvalendosi di altre persone, adagiando il corpo su un bagno di metallo fuso, fino a ottenerne la carbonizzazione, ovvero trasportandone il corpo fuori dall’azienda e facendone perdere le tracce".

A riportare in auge l’ipotesi forno era stata la relazione del perito Camilla Tettamanti, dopo la prova con la carcassa di un maialino, arsa nel forno di una fonderia di Provaglio d’Iseo. Il test aveva dimostrato che una esplosione non era inevitabile. Secondo il perito, per arrivare alla completa distruzione del cadavere nel crogiolo grande sarebbero state sufficienti poche ore. I giudici hanno accolto anche un’altra richiesta dei legali di Giacomo Bozzoli, gli avvocati Luigi, Giovanni e Giordana Frattini.

Via libera all’acquisizione dei verbali e delle intercettazioni di tutte le persone (fra cui gli operai Oscar Maggi e Aboagye Akwasi detto Abu) ascoltate e intercettate nel 2021 durante le indagini supplettive per la morte di Ghirardini. La difesa marcia sicura: non è emerso nulla di oscuro, di obliquo, nessun tentativo di concordare versioni, nessun contatto che portasse a Giacomo Bozzoli e nessun contatto fra Giacomo e Giuseppe Ghirardini. Il 28 settembre parleranno l’accusa e le parti civili. Il 29 la difesa. Il 30 repliche e sentenza.