Botte e vessazioni sulla figlia: tutte bugie, il giudice assolve

La donna aveva denunciato il padre ma anche il fratello

La giovane 22enne ora vive e studia all’università fuori dalla regione

La giovane 22enne ora vive e studia all’università fuori dalla regione.

Brescia, 3 febbraio 2021 - La figlia ha denunciato un’infanzia e un’adolescenza vissute all’insegna di botte, ordini perentori, vessazioni ad opera di un padre-padrone, segregata in casa in quanto donna e obbligata a non uscire da sola se non per andare a scuola. Il giudice però non le ha creduto. Così  il gup, Paolo Mainardi, al termine del processo in abbreviato, ha assolto il genitore, un operaio di Tavernole sul Mella. Per l’uomo, imputato di maltrattamenti aggravati, la Procura aveva chiesto 4 anni. C’è un nuovo capitolo della travagliata storia di Fatima - nome di fantasia - 22enne pachistana scappata dalla famiglia nel 2018 e rinata grazie al sostegno di Casa delle donne. Seconda di quattro fratelli, arrivata in Italia nel 2006, la ragazza, che oggi vive fuori regione e va all’università, denunciò di essere stata costretta al sesso dal fratello, che l’avrebbe palpeggiata e spinta a rapporti sin da quando aveva 8 anni (il 28enne è a dibattimento in attesa di sentenza, la Procura ha chiesto 7 anni). Quando fuggì, la giovane sporse denuncia anche verso il padre per violenze di vario genere. A suo dire in più la pressava per farle seguire diktat musulmani tradizionali da lei non condivisi, a cominciare dalle nozze combinate. Per la difesa però queste erano solo bugie. E il gup ha assolto.