Insulti razzisti a Napolitano, Bossi ora punta ai servizi sociali

Condannato per vilipendio al presidente della Repubblica. Il legale: permettetegli di lavorare in Senato

Umberto Bossi, fondatore della Lega

Umberto Bossi, fondatore della Lega

Brescia, 11 ottobre 2018 - Umberto Bossi ha deciso: sconterà la condanna un anno e 15 giorni di reclusione per vilipendio al presidente della Repubblica ai servizi sociali. Il Senatur, attraverso i suoi difensori, depositerà oggi in Procura generale la richiesta di affidamento in prova.

La conferma arriva direttamente dal difensore del fondatore della Lega, l’avvocato Domenico Mariani. «Avevamo intenzione di farlo già mercoledì – ammette –. La collega che avrebbe dovuto occuparsene è stata bloccata in udienza. Quindi recupereremo oggi». La Procura generale di Brescia, competente per territorio, aveva reso esecutiva la pena una decina di giorni fa dopo che la Cassazione il 12 settembre aveva confermato la condanna emessa dalla corte d’Appello di Brescia che aveva riformato la sentenza di primo grado con cui il tribunale di Bergamo lo aveva condannato a 18 mesi di carcere.Bossi è stato condannato perché nel 2011 (era il 29 dicembre), durante un comizio nel corso della festa provinciale della Lega ad Albino, in provincia di Bergamo aveva definito «terùn» l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano. «Abbiamo subìto anche il presidente della Repubblica, che è venuto a riempirci di Tricolori, sapendo che non piacciono alla gente del Nord. Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica. Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un terùn», aveva detto Bossi aggiungendo, in chiusura di intervento, il gesto delle corna. Alcuni cittadini lo avevano denunciato e la vicenda era così finita nelle aule di giustizia. «Chiederemo che il senatore Bossi non venga escluso dalla propria attività di parlamentare – sottolinea l’avvocato Mariani –. In questo modo potrebbe continuare a partecipare ai lavori».