Maxi blitz anti 'ndrangheta, raffica di arresti: 13 a Brescia, sequestrati 5 milioni

Due operazioni congiunte tra la città lombarda e Gioia Tauro: le cosche colpite sono i Bellocco, gli Spada e i Lamari-Larosa-Pesce. 65 misure cautelari in Calabria

Brescia, 13 dicembre 2022 - I Carabinieri stanno eseguendo in varie regioni una misura cautelare in due operazioni congiunte contro la 'ndrangheta: i militari del Gruppo di Gioia Tauro (Reggio Calabria) 65 arresti - 47 in carcere, 16 ai domiciliari - e due obblighi di dimora; i Ros di Brescia 13 arresti - 12 in carcere, uno ai domiciliari -. Le cosche colpite sono i Bellocco di Rosarno, gli Spada di Ostia (due destinatari di misura), i Lamari-Larosa-Pesce della piana di Gioia Tauro.

Cinque milioni sequestrati

Per la parte di Brescia, il Ros ha operato insieme alla Guardia di finanza per un sequestro preventivo di imprese, beni immobili, quote societarie per un valore di circa 5 milioni. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsione, usura, danneggiamento, aggravati dal metodo mafioso, nonché associazione finalizzata al traffico di droga, riciclaggio, autoriciclaggio e associazione per delinquere finalizzata a reati tributari e frodi in danno dello Stato.

L'indagine "Blu notte"

I nuovi assetti della cosca Bellocco - al vertice della "società di Rosarno" con interessi sull'intero territorio nazionale e in diversi Paesi esteri - sono stati portati alla luce. L'indagine, denominata "Blu notte" è stata svolta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Gioia Tauro tra il settembre 2019 e l'agosto 2020 nei confronti di elementi di spicco della cosca Bellocco. Il provvedimento dell'Autorità giudiziaria ha determinato anche il sequestro preventivo di una ditta attiva nel settore dello sfruttamento delle risorse boschive (taglio, trasporto e trasformazione del legno), utilizzata per agevolare le attività criminali della cosca, il cui valore complessivo è stato stimato in 700.000 euro. Alla fase operativa dell'operazione, hanno partecipato circa 1.000 carabinieri di Reggio Calabria, che in 16 province italiane, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e dalle varie articolazioni territoriali, stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare.

Il filone "Nduja"

Le indagini della Dda di Brescia sono partite dall'attività del Ros iniziata nel 2018 e che, sulla scia di quanto già accertato nell'indagine 'Nduja del 2005, ha confermato la presenza della cosca Belloccò nelle province di Brescia e Bergamo, "delineandone assetti organizzativi - spiegano carabinieri e GdF -, collegamenti con le omologhe strutture presenti in Calabria e attività delittuose principalmente legate all'infiltrazione dell'economia legale".  Per la Dda, è Umberto Bellocco, 39 anni, già condannato in via definitiva nel 2009 per associazione mafiosa nell'ambito dell'indagine 'Nduja e nipote dell'omonimo storico capo della cosca di Rosarno morto quest'anno, "l'elemento di vertice della proiezione operante in Lombardia".

L'uomo chiave

Umberto Bellocco infatti, nonostante fosse detenuto, avrebbe continuato a dirigere le attività illecite "veicolando direttive ai propri familiari, concorrenti nei reati". Nell'operazione sono stati individuati "i terminali calabresi (stanziali a Rosarno) della struttura criminale lombarda i quali concorrevano nella gestione delle molteplici attività economiche di interesse del sodalizio realizzate prevalentemente tramite un imprenditore" attivo tra Brescia e Bergamo nei settori edile e immobiliare.

La colonizzazione in Lombardia

L'uomo avrebbe "fornito un fattivo contributo anche mediante la commissione di delitti tributari e di somministrazione fraudolenta di manodopera, attuati attraverso un articolato circuito di società cartiere deputate all'emissione di fatture per operazioni inesistenti" ricostruito dalla GdF. Per Ros e GdF l'indagine documenta nuovamente "l'esistenza di proiezioni della 'ndrangheta in regioni diverse dalla Calabria" e consente di «confermare l'esistenza di un fenomeno di colonizzazione dovuto al trasferimento di affiliati calabresi in altri territori precedentemente immuni da tali manifestazioni criminali, soprattutto in quei territori caratterizzati da un maggiore sviluppo economico e da un più ampio grado di ricchezza generale». Le attività di polizia giudiziaria sono state estese - col supporto dei comandi provinciali dei Carabinieri e GdF - nelle province di Brescia, Bergamo, Como, Varese, Monza Brianza, Roma, Chieti, Reggio Calabria e Siracusa.