Blitz dei carabinieri all’ex Selca Maxi-sequestro di documenti

Acquisito materiale della ditta di Berzo Demo. Dal curatore fallimentare l’impegno a smaltire i rifiuti accatastati

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di Milla Prandelli

Lunga mattinata per i carabinieri della compagnia di Breno e del Nucleo Ambientale, che ieri hanno acquisito una serie di documenti riguardanti la ex Selca di Forno Allione di Berzo Demo nella sede municipale e nell’ufficio del curatore fallimentare dell’azienda a Breno. Nell’area da una decina di anni sono stoccati dei rifiuti, tra cui alcuni potrebbero essere pericolosi e altri non. Da chiarire è anche la loro tipologia e provenienza, che potrebbe non essere tutta camuna ma anche da regioni piuttosto lontane dalla Lombardia. C’è da capire anche chi li abbia accatastati in quella zona e perché. "L’intervento dei militari è finalizzato a fare chiarezza su una vicenda che va avanti da troppi anni e che troppe volte ha visto uno rimpallo di responsabilità tra ex proprietà, curatela e amministratori pubblici - dice la nota stampa diramata dal Comando Provinciale dei carabinieri di Brescia -. La documentazione a cui i militari hanno fatto accesso servirà a comprendere maggiormente le problematiche ambientali che stanno interessando l’area industriale su cui insiste l’ex Selca". Negli ultimi giorni il curatore fallimentare Giacomo Ducoli ha comunicato pubblicamente di aver fatto ricorso al Tar contro l’ordinanza del Commissario Straordinario del comune di Berzo Demo, con la quale gli veniva intimato di procedere alla messa in sicurezza del sito e alla successiva rimozione dei rifiuti. Nonostante il ricorso ha manifestato il proprio impegno ad avviare le attività necessarie per smaltire i rifiuti accatastati nell’area industriale. In Valcamonica non mancano, da anni, polemiche sulla gestione del sito, che molti ritengono particolarmente dannoso per la salute di chi vive a Forno Allione e nei dintorni, ma anche per le vicine acque del Fiume Oglio.