Brescia, bimbe lasciate in auto dal papà: "Non datele in adozione"

L'uomo era andato a giocare alle slot machine. Ora con la moglie ha chiesto al Tribunale dei minori che sia sospesa la procedura e che le piccole possano andare in comunità con la madre

Una bambola per terra

Una bambola per terra

Brescia, 11 febbraio 2018 - Al tribunale dei minori di Brescia hanno entrambi chiesto che venga sospesa (almeno per un anno) la procedura di adottabilità delle loro bambine e che queste ultime vengano collocate con la madre in una comunità dove il padre possa incontrarle in forma protetta. Questa la posizione dei due genitori romeni, lei di 22 anni e lui di 44, protagonisti lo scorso 22 novembre di una vicenda accaduta a Borgo San Giacomo e che in fretta ha fatto tutto il giro della Penisola.

Le due bambine, una del settembre 2014 e l’altra nata alla fine dello scorso mese di agosto, un pomeriggio erano state recuperate dai carabinieri di Orzinuovi che le avevano trovate sole nell’auto del padre in un parcheggio mentre quest’ultimo stava giocando alle slot machines in un locale vicino. «Mi sono trattenuto solo pochi minuti e non le ho mai perse di viste», si è difeso il 44enne denunciato per abbandono di minori. La madre, arrivata in Italia ancora minorenne nel 2012 per raggiungere il compagno, si stava invece prostituendo non molto lontano.

Le bimbe erano state portate in ospedale e lì la più grande era risultata positiva alla cocaina mentre gli esami eseguiti sulla più piccola pur senza essere positivi avevano lo stesso destato ai medici qualche dubbio. «Avevo fumato cocaina qualche giorno prima - ha raccontato il padre al giudice dei Minori che nei giorni scorsi lo ha sentito - La bambina era in casa e può averla inalata». Le due bambine erano state trasferite con la madre in una struttura protetta. A preoccupare i responsabili della struttura erano le condizioni della più piccola delle bimbe che con i genitori (una sola è stata riconosciuta dal padre) abitavano nel Cremonese in una situazione di degrado. «Non era in buone condizioni di salute, denutrita e con una seria infezione», ha spiegato al giudice il personale della struttura.

La permanenza in comunità della 22enne è durato solo pochi giorni. «Insospettiti da alcune voci, abbiamo chiesto l’intervento della polizia locale di Brescia perché perquisisse l’appartamento della comunità in cui viveva con le figlie - ha spiegato la responsabile - Non è stata trovata droga all’interno, ma i cani hanno fiutato delle tracce e abbiamo preferito allontanarla». Le bimbe sono così state trasferite in un’altra comunità. «Non portateci via le bambine - hanno chiesto al giudice i due romeni - Stiamo cercando un alloggio dignitoso e un lavoro. Vogliamo farci aiutare dai servizi sociali e dal Sert». Il tribunale ha allungato i tempi dell’istruttoria al termine della quale, dopo avere chiesto un parere alla Procura, prenderà una decisione sulla sorte delle due bimbe.