Bedizzole, rabbia e dolore: "Francesca uccisa perché troppo buona"

Lo sgomento del paese dopo il ritrovamento del corpo. Il sindaco: "Ha pagato il suo essere fragile e indifesa"

Il luogo del ritrovamento del cadavere di Francesca Fantoni

Il luogo del ritrovamento del cadavere di Francesca Fantoni

Brescia, 28 gennaio 2020 -  Sconcerto , rabbia, dolore. E incredulità. Non si parla d’altro a Bedizzole, dove ieri mattina nel parco pubblico di via Aldo Moro è stata trovata morta Francesca Fantoni, 39enne del paese di cui non si avevano più notizie dalla serata di sabato. Uccisa, dicono investigatori e inquirenti. Come, ancora, non si sa. Certamente picchiata, colpita al volto e alla testa, si deduce dalla prima ispezione del medico legale. Forse pure strangolata, ma di quest’ultima ipotesi non v’è certezza, potrà dare conferma solo l’autopsia, nelle prossime ore. Il corpo della donna, affetta da un lieve ritardo cognitivo e seguita dagli assistenti sociali, è stato rinvenuto da un carabiniere alle sette in un angolo dell’area verde, a pochi passi dai girelli e dai giochi a molla dei bambini. Era disteso sulla rampa d’accesso che porta alla sala civica, nascosto alla vista solo da una paratia di plastica. Un passaggio che di lì a poche ore si sarebbe popolato di amministratori e cittadini per le commemorazioni della giornata della memoria.

Tra chi conosceva bene Kekka, come tutti chiamavano Francesca, c’è il sindaco, Giovanni Cottini, sotto choc: "Era una mia cara amica d’infanzia, la conoscevo dai tempi dell’oratorio, quando ero stato suo educatore – racconta, profondamente addolorato -. E pensare che in questi ultimi giorni era così contenta. Venerdì l’avevo incontrata per annunciarle che le avevamo finalmente trovato un lavoro. Avrebbe dato una mano alle suore con le attività domestiche e le pulizie, e lei era felicissima di questa novità. Ha pagato il suo essere fragile, buona e indifesa come una bambina, e proprio per questo facile a infilarsi in brutte compagnie". Disoccupata, orfana di padre - morto l’anno scorso - Kekka-Francesca viveva con la madre. Sabato sera era uscita con un gruppo di amici più giovani di lei, e con loro era stata al bar Le Terrazze, proprio di fronte al parco. Le telecamere del locale la inquadrano mentre esce con loro alle 20,30. Poi di lei non ci sono più notizie certe. Non vendendola rincasare, la madre e la sorella domenica mattina hanno dato l’allarme.

I militari da subito si sono messi in cerca della donna e hanno iniziato ad ascoltare chi la conosceva. A preoccupare, anche il misterioso ritrovamento nel corso della giornata del suo smartphone frantumato, nella piazza tra il bar e il parco che in questo periodo ospita un luna park. Fino alla drammatica scoperta di ieri mattina. Il cadavere al parco. Le indagini dei carabinieri, coordinate dal pm Marzia Aliatis, si concentrano sul giro delle frequentazioni. Chi indaga si dice “cautamente ottimista”, fiducioso di risolvere il caso in breve tempo. Ieri è stato ascoltato a lungo un 35enne giardiniere del paese, un amico di vecchia data di Kekka-Francesca che alcuni sostengono di aver visto con lei al bar e con cui pare esserci stata una discussione. Nel pomeriggio era girata voce di una confessione e di un fermo, poi smentita. L’uomo non è peraltro l’unico ascoltato dai militari e dal magistrato. C’è da chiarire se la donna sia stata uccisa a l parco oppure altrove. E poi bisogna ricostruire il movente, che in base alle testimonianze raccolte finora non appare univoco: c’è chi sospetta si sia trattato di una ritorsione per il rifiuto di una avance, chi invece pensa che vi sia sotto qualche debito non saldato. Al contrario, non ci sono contraddizioni nel ricordo che tutti hanno di lei, Kekka-Francesca: "Perché una persona indifesa, nota a tutti per la sua bontà, una ragazzina che non avrebbe fatto del male a una mosca, viene strappata alla vita in un modo così assurdo?" si chiede piangendo l’amica Valeria. E parla per il paese intero.