Brescia, 18 maggio 2022 - Il piccolo Daniele, rapito dal padre peruviano e per otto anni trattenuto in Perù contro la volontà della madre italiana, è tornato a Brescia. Daniele, il cui nome è di fantasia per tutelarne la privacy, è stato portato in Sudamerica otto anni fa con la scusa di fare visita ai nonni paterni. Ora ne ha 12. La madre, un’ostetrica bresciana di 39 anni, qualche tempo fa quando la vicenda è venuta alla luce ha raccontato di "essersi fidata e di aver creduto a una vacanza di un paio di settimane, trasformatasi poi in un incubo". La donna ha iniziato immediatamente a lottare per riportare a casa Daniele, tra mille difficoltà giudiziarie, geografiche, di lingua. Quando si recava in Perù il padre del piccolo, i famigliari e i vicini di casa di lui, cercavano in ogni modo di non farle incontrare Daniele, che intanto è cresciuto. I rapporti tra madre e figlio, grazie all’ostinazione della signora, non si sono mai interrotti. L’ostetrica bresciana ha imparato lo spagnolo e negli anni è stata più volte nel paese dove viveva il figlio, incontrandolo e nel frattempo recandosi in tribunali e sedi giudiziarie, assistita da un legale del posto e da tre avvocati bresciani: Diego Piali e Silvio Paroli per la parte civile e Maria Luisa Mancini per la parte penale. L’ultima volta che la donna ha visto il suo bimbo è stata nel 2019, prima della pandemia che ha sconvolto il mondo e reso tutto ancora più complicato per la madre, in attesa di riabbracciare il figlio. Lo scorso 17 marzo c’è stata la svolta. La Corte Suprema di Lima marzo ha pubblicato la sentenza relativa all’affidamento del ragazzino, datata 2020. Ad avere diritto a vivere col piccolo è la madre e non il padre. Nei giorni scorsi l’ostetrica bresciana è ...
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