Bambina scomparsa nei boschi, ricerche tra speranza e disperazione

Le ricerche continuano a ritmo serrato, ma l’unico risultato auspicabile manca. E ogni minuto che passa non fa altro che accrescere l’apprensione

Le ricerche della bambina nei boschi

Le ricerche della bambina nei boschi

Brescia, 22 luglio 2018 - Non si trova. Le ricerche continuano a ritmo serrato, ma l’unico risultato auspicabile manca. E ogni minuto che passa non fa altro che accrescere l’apprensione, la paura. Trecento le persone che stanno cercando la 12enne di origini pachistane affetta d’autismo nei boschi e nelle cavità carsiche attorno a Serle. Il padre è lì che osserva e spera: «E’ forte, non può succederle nulla di brutto», sussurra. La madre è rimasta a casa per prendersi cura degli altri tre figli, ma è distrutta dall’ansia: «Non mangia più», fanno sapere amici di famiglia saliti a Serle per dare sostegno al padre della ragazzina.

Padre che proprio ieri ha formalizzato presso i carabinieri una denuncia: quella per scomparsa. Ma resta aperta comunque la questione dell’abbandono di minore. La Procura di Brescia già si era mossa aprendo un fascicolo sull’accaduto: l’indagine è affidata al Sostituto Donato Greco. La magistratura dovrà fare luce su eventuali responsabilità di quanto accaduto. Fatti che ricadono sulla Fondazione Bresciana Assistenza Psicodisabili (Fobap) cui Ischra era affidata assieme ad altri 13 giovani con difficoltà.

«Non riesco a capire come possa essere accaduto tutto questo – spiega un prostrato Filippo Perrini, direttore generale dell’ente – Noi cerchiamo di fornire servizi d’eccellenza. Anche per questo “Progetto estate” abbiamo usato questo metro. Basti pensare che il rapporto fra operatori e ragazzi è quasi di uno a uno». Iuschra aveva accanto a sé una persona dedicata: un’operatrice di 48 anni. «La migliore – racconta Perrini – Ora è distrutta. Non erano andati lì per passeggiare come qualcuno erroneamente ha sostenuto. Il programma prevedeva il pranzo e la sosta sul prato adiacente al rifugio. Per quanto ricostruito, la ragazza appena scesa dal bus ha iniziato a correre, ma poi è stata fermata. Data questa sua innata volontà di muoversi, l’operatrice le ha consentito di correre sul prato. Ma poi, in un lampo, l’ha persa di vista ed è cominciata questa tremenda storia. E’ da quattro anni che andiamo lì e non è mai accaduto un problema».

E aggiunge: «Ho conosciuto i genitori, mi confidarono di aver provato a iscriverla a un grest ma che era stata rifiutata per questi problemi. Noi, invece, abbiamo l’inclusione sociale come missione primaria e l’abbiamo accolta. Ora dobbiamo pensare anche ai suoi compagni e agli operatori: mercoledì una psicologa valuterà se e chi avrà bisogno di un sostegno aggiuntivo. E intanto prego perché Iuschra venga trovata sana e salva».