Brescia, bambina contesa dai genitori. Il padre: "Proteggo mia figlia, lei non è un like"

E' stata affidata al papà in via esclusiva da una sentenza del tribunale di Brescia. I magistrati hanno sottolineato la presunta "inadeguatezza genitoriale della madre"

I rappresentanti del Comitato civico che hanno manifestato per la tutela della bambina contesa tra i due genitori

I rappresentanti del Comitato civico che hanno manifestato per la tutela della bambina contesa tra i due genitori

Brescia, 14 aprile 2019 - E' ancora a casa con la mamma Angela la bimba bresciana contesa tra i genitori. Nelle scorse settimane la piccola, con una sentenza del Tribunale di Brescia, è stata affidata al padre in via esclusiva. Nella sentenza si legge che la decisione dei giudici è motivata dall’ «inadeguatezza genitoriale della madre, incompatibile con l’affidamento condiviso». In particolare la donna «non si è attivata per preservare la relazione padre e figlia, ma alla luce dei fatti descritti, può dirsi si sia adoperata – più o meno consapevolmente - a minarne le fondamenta». Non solo. I giudici nel documento definiscono il padre un «genitore adeguato, dotato di buone competenze e sinceramente interessato a recuperare la relazione con la figlia».<WC> A sostenere la signora è il gruppo Facebook «Aiutiamo la piccola Angela», creato dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani. Anche la presenza di diversi manifestanti fuori casa di Angela ha convinto le assistenti a lasciarla dove si trovava.<WC> Ora èil padre a prendere posizione.

Signor Stefano (il nome è fittizio) si è deciso a parlare. Come mai? «Non avrei mai voluto farlo, ma sono il papà di Angela e voglio proteggerla. Ho iniziato a proteggerla quando è nata, l’ho fatto sette anni fa quando mi sono separato dalla sua mamma, l’ho fatto quando ci hanno allontanato in seguito a false accuse, lo faccio ora e lo farò per sempre».

Che cosa è successo dopo che è stata emessa la sentenza con cui Angela è stata affidata a lei in via esclusiva? «Si è creato un gruppo di persone che è entrato nella vita di una minore, che è mia figlia. Non conoscono la vicenda e non hanno letto la sentenza, che si trova ovunque su internet. A questi signori chiedo. Perché vi comportate così? Perché quando le assistenti sociali hanno lasciato Angela con sua madre, avete chiesto a gran voce di fare uscire di casa la mia piccola? Perché avete applaudito festanti quando è stata portata fuori e data in pasto alla folla? Perché avete gridato che non deve stare col suo papà? Perché l’avete fatta piangere? Voi sareste coloro che tutelano l’infanzia? Mia figlia non è un giochino e non è nemmeno un like su Facebook. È la mia bambina. E io la amo immensamente e desidero proteggerla».

Come è il suo rapporto con Angela? «Il rapporto ora è complicato per via della situazione. Lo si può capire dalla sentenza emessa dal Tribunale di Brescia».

Come si comporterà ora? «Come sempre. Innanzitutto non creerò gruppi su Facebook, non comunicherò sui social né coi cartelloni. A questo proposito rimarco che ieri mattina su un ponte lungo la 510 Sebina è apparso un cartello offensivo nei riguardi della mamma di Angela. Non è stato fatto da me o da persone a me vicine. Continuerò seguendo la legge e affidandomi ai miei legali».

Cosa vorrebbe dire a sua figlia? «Che la amo più di ogni cosa al mondo e che faccio tutto per il suo bene. Spero che col mio aiuto riesca a capire che la vita è meravigliosa e che non è come quella che ha conosciuto dal momento in cui io e la sua mamma ci siamo separati».