Prof ammazzata in Inghilterra. Ora la famiglia ha raggiunto la nipotina

La bimba di sei anni è stata affidata a una struttura protetta dopo l’arresto del padre. L'obiettivo è darle un futuro in Italia

Antonella Castelvedere, la professoressa uccisa in Inghilterra

Antonella Castelvedere, la professoressa uccisa in Inghilterra

Bagnolo Mella (Brescia) - Omicidio di Antonella Castelvedere, la famiglia è volata in Inghilterra. Obiettivo: riportare in Italia le ceneri della 52enne accademica mercoledì scorso massacrata a coltellate – per la polizia è stato il marito, Ersoy Ertan, arrestato – e celebrarne il funerale a Bagnolo Mella, suo paese d’origine. Quindi avviare le pratiche per dare una casa a Brescia alla nipotina di 6 anni, figlia della coppia, rimasta di colpo senza mamma (e senza papà), attualmente in una struttura protetta. A mettersi in viaggio sono stati il fratello Ferruccio con la mamma Mina, saliti su un volo per Londra in partenza dall’aeroporto di Orio al Serio alle sei del mattino.

Una volta atterrati nella capitale inglese, i bresciani hanno raggiunto l’Essex, cinquanta chilometri a est, più precisamente Wicham Road, quartiere di Colchester, dove da 25 anni viveva Antonella. Una mente eccelsa e talentuosa, dicono di lei gli amici. Maturità al liceo Calini di Brescia e la laurea in Lingue alla Statale di Milano, la donna aveva deciso di trasferirsi Oltremanica per seguire la sua grande passione, la lingua e la letteratura inglese, che a stretto giro l’ha proiettata nell’empireo dell’Ateneo di Suffolk. Attualmente era docente senior di letteratura, capodipartimento e responsabile della laurea magistrale in Scrittura e critica creativa.

Otto anni fa, al culmine di un grande amore, il matrimonio con Ersoy Ertan, collega angloturco più giovane di 4 anni, da cui era nata una figlia. Antonella non aveva mai confidato alla famiglia preoccupazioni domestiche, ma qualcosa aveva invece riferito a una collega italiana, un’amica intima che poi ha anche effettuato il riconoscimento post mortem. La prima ad aver saputo della tragedia e ad avere informato i parenti. L’unione tra i due sembrava essersi incrinata per la forte frustrazione patita dal compagno, docente di matematica precario, che non sopportava di vivere nell’ombra di una moglie forte e che di fatto vestiva i panni di capofamiglia. La polizia, che indaga sul movente, cerca prove pure di presunti maltrattamenti.