Spinte e insulti, inferno all'asilo nido di Rodengo Saiano

Sospese tre maestre. E i genitori portano via i bimbi

Rodengo Saiano, maltrattamenti all'asilo nido

Rodengo Saiano, maltrattamenti all'asilo nido

Rodengo Saiano (Brescia), 14 giugno 2019 - Uno stillicidio quotidiano ai danni di quei bimbi che facevano perdere la pazienza. Uno stile educativo fatto di spintoni, parolacce, urla, insulti e frasi denigratorie. E poi le punizioni: pannolini sporchi tenuti addosso per troppo tempo, merende rifiutate ai piccoli dopo un capriccio o un comportamento sgradito.

Sono le accuse che la procura e la Mobile muovono a tre maestre del nido privato convenzionato “La spiaggia delle tartarughe” di Rodengo Saiano, due ventottenni e una venticinquenne residenti in paesi limitrofi, ora nel mirino per presunti maltrattamenti aggravati. Le tre donne mercoledì sono state convocate in questura per la notifica di un’ordinanza cautelare. Il gip Paolo Mainardi ha disposto l’obbligo di firma quotidiano, un provvedimento meno afflittivo dei domiciliari chiesti dal pm Marzia Aliatis, ma che in ogni caso riconosce gli indizi di colpevolezza. A fare scattare l’inchiesta è stata la mamma di una bimba, poi ritirata dall’asilo. Preoccupata perché la figlia di colpo sembrava diventata aggressiva, la signora la scorsa estate si è confrontata con altre mamme tra cui rimbalzavano ansie e sospetti, e poi ha bussato alle forze dell’ordine. A fine 2018 un’altra denuncia: quella di una aspirante maestra in prova, che avrebbe rifiutato l’assunzione definitiva perché inquietata da quanto aveva visto. Tre mesi di intercettazioni ambientali e di video estrapolati dalle microcamere installate dentro l’asilo avrebbero fornito a chi indaga elementi sufficienti per chiedere la misura cautelare.

Secondo la procura i maltrattamenti duravano dal settembre 2017. Le maestre, sospese d’urgenza dalla direzione del nido, potranno ora difendersi in occasione dell’interrogatorio di garanzia, che sarà fissato entro i prossimi dieci giorni. All'asilo nido è evidente che nessuno sospettava di essere nel mirino delle forze dell’ordine. L’attività in questi mesi di indagine si è svolta normalmente e le educatrici e la direzione hanno pubblicato costantemente fotografie delle gite e delle attività didattiche svolte. Foto in cui i bimbi paiono sereni e divertiti. Sulla pagina Facebook non mancano nemmeno i complimenti fatti al metodo didattico scelto, che comprende le lingue straniere. La realtà, però, potrebbe non essere quella che appare sui social. «Io mi sono accorta che qualcosa non andava – ha commentato una mamma ieri mattina –. Ho ritirato mia figlia da scuola già da qualche giorno perché trovavo delle carenze nell’igiene, almeno secondo il mio standard». Ieri sono stati diversi i papà e le mamme che hanno deciso di passare dal nido e portare a casa anzitempo i piccoli. «Io non mi sono accorta di nulla – ha spiegato un’altra madre – ma preferisco non lasciare qui il mio bambino». In paese la notizia dei provvedimenti giudiziari si è diffusa nel giro di pochissimo tempo. «Per noi – hanno commentato in un ristorante vicinissimo all’asilo nido – è stato un fulmine a ciel sereno. Mai sentito parlare male del personale o della direzione». Molti politici hanno preso posizione. Il senatore leghista bresciano Stefano Borghesi che ha sottolineato che «la Lega da tempo si sta battendo per rendere obbligatoria la videosorveglianza negli asili e nelle case di cura». «Fatti come questo - ha concluso - meritano pene severe e vanno trattati con urgenza».