Brescia, armi illegali nascoste in garage: "Erano lì da tempo"

I Sallaku sono stati sentiti in carcere e hanno provato a difendersi

Carabinieri

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Brescia, 14 gennaio 2019 - Hanno tutti voluto rispondere alle domande del gip Alessandra Di Fazio che la scorsa settimana li ha fatti arrestare accolgiendo la richiesta di custodia cautelare chiesta dal pm Paolo Savio. Gezim Sallaku e i suoi fratelli Isuf, Gazmir, Taulant e Saimir sono stati sentiti in carcere, le due donne coinvolte, le mogli di Taulant e Gezim, hanno invece incontrato il magistrato a palazzo di Giustizia. I loro legali hanno chiesto l'annullamento dell'ordinanza che li ha fatti finire in manette.

"Quelle armi e munizioni erano da tempo presenti in quel muro - hanno ripetuto i sette - Quando parlavamo al telefono non ci riferivamo alle pistole, ma ai beni che abbiamo in casa e che volevamo nascondere per evitare che ci venissero trovati in caso di nuova perqusizione". Ai sette componenti della famiglia albanese residente a Sale Marasino, sul lago d'Iseo, contestano la detenzione illegale di tre pistole. Per lo stesso reato Gezim, Isuf e Gazmir erano stati arrestati lo scorso novembre insieme al fratello Taulant a cui gli inquirenti contestavano anche il traffico di stupefacenti. I quattro avevano raggiunto in carcere a Brescia Saimir coinvolto qualche settimana prima in una indagine su un giro di cocaina e eroina in Valle Camonica. I primi tre erano stati rimessi in libertà dallo stesso gip che aveva disposto l'arresto dopo che Saimir si era addossato la responsabilità di quelle armi.

"Le avevo trovate e messe lì anni fa" aveva raccontando scagionando i fratelli. La versione non ha però convinto gli inquirenti che ascoltando alcune intercettazioni telefoniche hanno  sentito i fratelli Sallaku e le mogli parlare di qualcosa da nascondere in caso di arrivo delle forze dell'ordine. "Parlavamo di denaro e monili - hanno spiegato -  Quel buco nel muro c'è da anni, lo possono dire gli artigiani che sono intervenuti nella casa". Il gip nelle prossime ore dovrebbe decidere sull'eventuale scarcerazione.