Antibiotici? Non ci sono tracce nel latte prodotto nel Bresciano

Lo studio di Ats e Zooprofilattico rivela la salubrità del prodotto della prima provincia lombarda per quantità sul mercato

I produttori rivendicano la salubrità e chiedono la fiducia di chi acquista

I produttori rivendicano la salubrità e chiedono la fiducia di chi acquista

Brescia -  Il latte bresciano supera la prova in laboratorio: non c’è traccia di antibiotici. Lo rileva il progetto pilota sulla presenza di residui di farmaci veterinari, condotto da Ats Brescia guidata da Claudio Sileo, Istituto zooprofilattico della Lombardia ed Emilia-Romagna diretto da Piero Frazzi, con allevatori, associazioni di categoria e veterinari aziendali. "Siamo partiti da Brescia – spiega Antonio Vitali, direttore del dipartimento veterinario Ats Brescia – prima provincia in Lombardia per la produzione di latte crudo, dove nell’ultima annata agraria risultano prodotte 1.5 tonnellate". 

Lo studio, illustrato da Silvia Bellini, responsabile dell’osservatorio epidemiologico Iszler e da Giorgio Fedrizzi, direttore del dipartimento sicurezza alimentare, ha preso in esame 52 campioni da 12 impianti per 150 aziende bresciane. La ricerca non ha dato nessun esito positivo né irregolare neanche a concentrazioni bassissime (si è scesi fino a 0,1µg/kg). Secondo l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, "il latte delle aziende bresciane è sicuro. L’analisi sarà estesa anche a carne bianca, rossa ed alle uova". Per Francesco Martinoni, presidente Federazione nazionale di prodotto lattiero casearia, "tutto questo va detto con forza e chiarezza al consumatore".