Brescia, per gli alberghi scatta l’allarme rosso

Il bilancio della stagione estiva è da brivido: "Fatturati in picchiata del 60-70% rispetto al 2019"

Il Garda si è salvato grazie al turismo tedesco. Scarsa l’affluenza di italiani

Il Garda si è salvato grazie al turismo tedesco. Scarsa l’affluenza di italiani

Brescia, 16 ottobre 2020 - «Ci sembra di voler frenare un fiume d’acqua con le mani. Il rischio è che quando usciremo dalla pandemia, molti non saranno più in grado di aprire". I timori sulla tenuta del settore alberghiero non sono nuovi, ma ora le preoccupazioni di Federalberghi Brescia sono confermate dal bilancio della stagione estiva che si può dire conclusa tendenzialmente male. "In generale, per quelle strutture che hanno tenuto aperto, le percentuali di decremento dei fatturati si attestano, ad oggi in media, nell’ordine del -60% e -70% rispetto al 2019 – spiega Paolo Rossi, presidente Federalberghi Brescia –. Sul Garda la stagione è iniziata ai primi di luglio in modo abbastanza stentata. Non c’è stata l’affluenza italiana che ci aspettavamo, mentre ha risposto bene il mercato tedesco e mitteleuropeo".

Determinante è stata la possibilità di spostarsi in auto, considerato mezzo più sicuro di altri, che in agosto ha ‘salvato’ la montagna, dove si sono visti turisti italiani grazie anche alla promozione di Visit Brescia. Male, invece, la città, dove da marzo c’è stato il 70-75% in meno di occupazione rispetto al 2019, nonostante il taglio drastico delle tariffe. "Un 15% delle strutture non ha mai riaperto, le altre stanno chiudendo in anticipo – ha spiegato il vicepresidente vicario Alessandro Fantini, referente per il capoluogo – La città gode di un 60% di turismo d’affari, di cui il 50% straniero, che non stiamo vedendo. Bassi i numeri degli italiani che sono in smartworking, mentre è azzerata la quota di chi veniva per il weekend. Se si presenta un nuovo lockdown, non andiamo più da nessuna parte".

Gli albergatori sono consapevoli che la salute sia la priorità. Proprio perché è difficile che il mercato riparta se la mobilità viene ridotta per evitare i contagi, si appellano alle istituzioni per un supporto più sostanzioso di quello che è arrivato fino a ora. "A livello locale – spiega Fantini – alcuni Comuni hanno avuto attenzione al mondo turistico, altri per nulla. Qui in città, ci si è ricordati degli alberghi solo alla fine. Il contributo per la Tari? Vale per chi ha chiuso nei mesi di lockdown, non per chi è rimasto aperto. Teniamo presente, però, che chi non ha chiuso lo ha fatto per puro spirito di servizio. Ma come si può pensare che col 70% in meno di presenze si possa produrre sporco come se fossimo pieni? Abbiamo costi fissi molto elevati, le ricadute sui lavoratori sono pesanti. La cassa integrazione è in ritardo, gli stagionali sono stati assunti per il 30% del monte ore degli anni precedenti". Le previsioni per i prossimi mesi non sono confortanti.

"La situazione è talmente catastrofica – sottolinea Rossi – che non possiamo parlare di futuro e presenze. È una situazione a cui non eravamo abituati". «Le prenotazioni per la montagna ci sono – sottolinea Fantini – ma se l’andamento dei contagi è questo, ci aspettiamo cancellazioni". Poco movimento lo si aspetta anche dalla 1000 Miglia, che resta comunque un evento importante e che riporta un po’ di speranza. Nel vuoto di turisti, gli alberghi potranno comunque essere riempiti gati nell’emergenza sanitaria per la quarantena di pazienti Covid che non necessitano di ricovero in ospedale, ma che non hanno a casa propria la condizione per il pieno isolamento. Alcuni hanno già dato la disponibilità ad Ats e Prefettura, costituendo una rete a cui si aggiungerà Cascina Maggia per le persone senza fissa dimora.