Agguato alla pizzeria "Da Frank": depositato ricorso in appello per uno dei killer

Gli avvocati Marino Colosio e Claudia Romele hanno chiesto una revisione della condanna all'ergastolo: "Il movente va ricercato in una reazione disperata a una profonda crisi economica e personale"

Francesco Seramondi e la moglie Giovanna Ferrari (Fotolive)

Francesco Seramondi e la moglie Giovanna Ferrari (Fotolive)

Brescia, 16 novembre 2016 - Depositato in appello il ricorso per uno dei killer dei pizzaioli Francesco e Giovanna Seramondi uccisi con un fucile a canne mozze nella loro pizzeria da asporto a Brescia l'11 agosto 2015. Gli avvocati Marino Colosio e Claudia Romele hanno chiesto una revisione della condanna all'ergastolo.

Nel ricorso, venti pagine, i difensori sollecitano la derubricazione del tentato omicidio nei confronti del dipendente dei Seramondi, Corri Arben, nel reato di lesioni aggravate. Impugnate anche le aggravanti dei motivi abbietti e futili oltre a quella della premeditazione dell'omicidio della moglie del pizzaiolo. Chiesto infine il riconoscimento delle generiche.

"Il movente va ricercato in una reazione disperata a una profonda crisi economica e personale che Adnan (titolare di una pizzeria concorrente, ndr) riteneva causata da Seramondi -  si legge -. L'Adnan si era sentito profondamente umiliato e disonorato agli occhi della propria famiglia in quanto aveva dissipato il patrimonio personale e dei congiunti". Già nei guai per un socio infedele, Adnan riteneva Seramondi responsabile di un attento incendiario al suo negozio e di un giro di spaccio gestito dal dipendente Arben per infastidire i suoi clienti. Secondo la difesa "l'atteggiamento collaborativo di Adnan (reo confesso, ndr) è chiaro sintomo di una profonda resipiscenza e di un profondo ravvedimento".