Adro, cimeli e uniformi dal valore inestimabile

Il Museo del Ricordo riapre dopo il lockdown. Il fondatore: "Non dimentichiamo il sacrificio di tanti nelle guerre passate e odierne"

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di Milla Prandelli

"Non vogliamo dimenticare le guerre di ieri e di oggi e, soprattutto, vogliamo essere un luogo della memoria, dove vedere e toccare con mano ciò che è accaduto nel passato d’Italia e ciò che accade anche nei teatri operativi internazionali". A raccontare è Tullio Gaibotti, fondatore e curatore del Museo del Ricordo di Adro, nato nell’aprile 2019 e riaperto recentemente dopo una lunga chiusura dovuta all’emergenza Covid 19. In uno spazio concesso dal Comune in quella che era la mensa delle ex scuole di Adro, su una superficie di circa 1.500 metri quadri, sono raccolti e disposti migliaia tra oggetti e cimeli, documenti e fotografie che raccontano le guerre dal Rinascimento alla recente missione in Afghanistan, con tributi ai caduti tra i quali i sei militari della Folgore uccisi dai talebani il 17 settembre del 2009.

"Per noi è importante non dimenticare il sacrificio di tanti – spiega Tullio Gaibotti – Per questo abbiamo voluto realizzare questo ambizioso progetto che, lo sottolineo, non ha alcun messaggio politico. Sono stato più volte contestato per la presenza di cimeli dell’epoca fascista, di cui sono uno studioso, ma vorrei fare presente che abbiamo molto altro in rassegna, come meravigliosi oggetti della sanità medica donatici dalla famiglia dell’ufficiale Cesare Frugoni oppure un’ambulanza di fine 800 dell’azienda Ospedaliera Mellino Mellini, con ancora il nome impresso sulla stoffa che la copriva".

Il materiale raccolto nel museo ha un valore inestimabile. In una delle sale, per esempio, c’è la bandiera originale delle Dieci giornate di Brescia. "La bandiera delle Dieci giornate e quella con lo stemma savoiardo che era appesa all’esterno della Prefettura di Brescia sono tra i nostri oggetti più pregevoli – spiega Marco Marchini, storico e guida del museo – ma è quasi introvabile pure l’uniforme da partigiano. È bellissima anche l’uniforme da sommergibilista. Abbiamo quella di un ufficiale dell’Ametista, un sommergibile che rilasciava i cosiddetti “maiali“, ovvero i siluri pilotabili da assalto subacqueo prodotti alla Montecolino di Pilzone di Iseo".

Presto ad Adro arriveranno un elicottero e un carro armato. "Non solo – aggiunge Gaibotti – Siamo in trattative per ottenere un tornado dismesso, che metteremo nella nostra area verde, adiacente alla sede degli avieri adrensi".

In via Padania si impara il passato e si celebrano le forze armate, polizia e vigili del fuoco. "Riceviamo molte donazioni e cerchiamo di esporre tutto – rimarca Marchina – Ad esempio abbiamo l’uniforme di un pompiere adrense che non c’è più. Per noi è importantissima. Ma abbiamo anche uniformi storiche da crocerossina, da carabiniere, poliziotto e molto altro". Il museo si basa esclusivamente sul volontariato ed è gratuito. È aperto il sabato e la domenica.