Sos abbandono rifiuti: "Il Gavia non è una discarica"

Ponte di Legno: lavatrici, frigoriferi, cucine a gas tra il materiale lasciato sulla storica strada. E intanto il Tonale amplia il comprensorio sciistico: ma è polemica

Raccolta rifiuti

Raccolta rifiuti

Ponte di Legno (Brescia), 19 ottobre 2021 -  Neanche l’alta montagna è risparmiata dall’abbandono di rifiuti. Passino fazzoletti e scarti che le Gev della comunità montana di Vallecamonica hanno trovato domenica sulla strada del Gavia (un 80% dovuto a confezioni vuote di gel ed integratori usati soprattutto dai ciclisti che salgono verso il passo). Ma vedere, tra gipeti e cerbiatti, una lavatrice, un frigorifero ed una cucina a gas gettati in fondo alla scarpata è stato desolante anche per i presenti, abituati più o meno a tutto, anche perché le operazioni di rimozione non saranno semplici. La maleducazione di chi degrada l’ambiente non è l’unico tema che agita gli animi degli ambientalisti camuni.

Passando da una cima all’altra, dal Gavia al Tonale, c’è grande fermento per l’ampliamento del demanio sciabile ‘Medio Tonale-Cima Sorti’, dopo che, nei giorni scorsi, la Regione ha approvato lo schema di convenzione con il comune di Ponte di Legno. Il progetto prevede di potenziare il comprensorio con 2 nuovi impianti e 10 km di piste attrezzate con innevamento programmato (25 milioni di euro il contributo su 64 milioni totali). In vista della seduta straordinaria del consiglio comunale di Ponte di Legno del 20 ottobre, in cui si parlerà dell’approvazione della convenzione, il comitato MTO 2695 (acronimo ed altezza del Tonale) si prepara a dar battaglia. "Gli impianti sciistici – spiega Domenico Pogna, membro del comitato – hanno già una capacità superiore rispetto alla domanda".

"Inoltre – continua Pogna – sulle dorsali del Tonale occidentale ci sono trincee della Grande Guerra, dove morirono molte persone nel 1918. Che fine faranno?". La presidente Emanuela Spedicato spiega che le adesioni al comitato sono già arrivate a quota 500. "Oltre all’interesse storico – spiega Spedicato – queste cime rappresentano un’importante area naturalistica protetta, punto di collegamento tra Parco nazionale dello Stelvio e Parco regionale dell’Adamello". Tra le ragioni della contrarietà, raccolte in un dossier, il comitato evidenzia "l’anacronismo del progetto": in un periodo storico i cui anche i ghiacciai sopra i 3mila metri si stanno sciogliendo (vedi il Presena), "non si vede l’utilità di puntare su piste a bassa quota", che necessitano di innevamento artificiale, con conseguente consumo d’acqua. Per il comitato, inoltre, un simile ampliamento sarebbe controcorrente rispetto al principio di un turismo sostenibile.