Brescia, 23 aprile 2014 - Sono cinque su venti i nomi di medici bresciani del Civile iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Torino. C'è il direttore sanitario degli Spedali Civili Ermanna Derelli: è accusata di essere promotrice, organizzatrice e partecipe dell’associazione, di aver promosso grazie ai propri poteri di gestione l’attività di Stamina Foundation all’interno dell’ospedale.

Tra gli indagati figura anche Fulvio Porta, direttore dell’Unità Operativa di Oncoematologia Pediatrica e Trapianto di Midollo Osseo dell’Ospedale dei Bambini di Brescia. Con lui è finita nel mirino della Procura di Torino anche la moglie, Arnalda Lanfranchi, responsabile del laboratorio per le cellule staminali. Quarto nome bresciano è quello di Carmen Terraroli, medico e membro del membro della segreteria scientifica del Comitato etico del Civile, quello che diede l’assenso alla Convenzione tra il presidio ospedaliero bresciano e la Stamina Foundation. Quinto, Gabriele Tomasoni, responsabile del 1° Servizio di Anestesia e Rianimazione.

VANNONI - ''Il 5 maggio siamo pronti e contiamo di riprendere le infusioni ai pazienti in cura agli Spedali Civili di Brescia''. Lo ha detto all'ANSA il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, sottolineando pero' come, ad oggi, dall'ospedale non sia ancora giunta ''alcuna risposta''. "Il 5 maggio - ha spiegato Vannoni, la nostra biologa presso gli Spedali, Erika Molino, e' infatti pronta a rientrare, e contiamo di riprendere con le infusioni del protocollo''.

LA REPLICA DEGLI SPEDALI DI BRESCIA - “Certamente quello di oggi un tassello molto importante nell’ambito di una vicenda complessa". E’ quanto ha detto il direttore generale degli Spedali Civili di Brescia Ezio Belleri spigando che si sta valutando di sospendere i trattamenti "nel rispetto delle regole".

“L’intervento della Procura arriva in un momento particolare - spiega Belleri - Da un lato l’attività di somministrazione è sospesa ormai da due mesi per diretta responsabilità di Stamina Foundation che non è in condizioni di mettere a disposizione dell’azienda il biologo di propria competenza. I clinici dell’azienda dal primo aprile hanno poi comunicato all’azienda stessa di non voler più proseguire nella somministrazione del trattamento fino a quando non saranno rese note le risultanze dei lavori del comitato scientifico e nello stesso tempo - ha aggiunto il direttore generale degli Spedali civili di Brescia - abbiamo ricevuto nuove ordinanze di magistrati che ci impongono di riprendere le cure. Decideremo il da farsi con gli organismi superiori”.